Inaugurata la mostra fotografica contro la violenza sulle donne

Esposti 50 scatti di venticinque socie e soci del Foto Cine Club Forlì

Venticinque fra socie e soci del Foto Cine Club Forlì sono i protagonisti della bella, interessante e stimolante mostra fotografica contro la violenza sulle donne allestita fino al 6 gennaio 2022 alla Galleria Mazzini, corso Mazzini 21.
Dopo il tradizionale taglio del nastro il presidente del sodalizio, Roberto Baldani, ha espresso soddisfazione per l’organizzazione dell’evento considerata la limitata attività pubblica della associazione nel corso degli ultimi tempi a causa della pandemia in atto. Ha sottolineato inoltre che l’impegno profuso dagli iscritti per rappresentare attraverso 50 fotografie (due per ogni partecipante) un tema che quotidianamente riempie le cronache dei mezzi di informazione è stato molto sentito, quindi né banale né scontato.
È poi intervenuto Gabriele Zelli che ha evidenziato come la battaglia contro i femminicidi deve essere combattuta a più livelli, in quanto da sole le norme repressive non sono sufficienti se non si opera per promuove la cultura delle pari opportunità fra i generi, sgretolando una visione della donna relegata e sottomessa. Per secoli, infatti, i mariti hanno avuto addirittura un potere correzionale nei confronti delle mogli che implicava la punizione fisica delle stesse. Questo potere fu riconosciuto, se non nel diritto comune, nelle norme locali e accettato nella consuetudine e nella prassi soprattutto negli strati inferiori della società, permeati di cultura patriarcale, compresa la nostra Romagna. Esisteva una reale subordinazione della moglie al marito che era investito della funzione di istruire, ammaestrare e “correggere” anche a suon di ceffoni e di legnate la consorte. Un antico proverbio popolare recita “Buon cavallo o cattivo cavallo vuole lo sperone, buona moglie o cattiva moglie vuole il bastone”.
Mogli riottose all’obbedienza e alla sudditanza, ha proseguito Gabriele Zelli, di scarse virtù domestiche, scialacquatrici, linguacciute o di “cattivi costumi”, giustificavano, nel senso comune, la violenza del marito. Il discrimine tra intento correttivo e violenza era dato dai modi e dai mezzi usati: ricorrere alla cinghia non era lo stesso che mettere mano a un coltello. Gli statuti cittadini medioevali ponevano pochi limiti: quelli di Trieste, per fare solo un esempio, concedevano al marito di bastonare la moglie a piacere, purché non arrivasse all’amputazione di un arto o all’omicidio. Altri statuti lasciavano libertà di percosse, senza consentire di arrivare “all’effusione di sangue”. 
Lo stupro coniugale e il delitto d’onore godevano di un ampio consenso sociale, ha infine ricordato Zelli. Non che le legislazioni riconoscessero come un “diritto” quello di uccidere la moglie adultera, ma, in concreto, l’impunità di cui godevano gli uomini finì per farne un diritto naturale patriarcale che autorizzava abusi e scelleratezze, tra cui quella di usare il delitto d’onore per sbarazzarsi della consorte: una prassi molto diffusa, anche in tempi abbastanza recenti in alcune zone del nostro meridione. Così come in alcune nazioni, ancora oggi, la fedeltà imposta ad ambedue i coniugi era ed è vincolante per la donna, tanto che sono ben diverse le sanzioni previste dalla “normativa”, sia un tempo quando l’adultera venivano rasata, oppure flagellata o uccisa, mentre l’uomo veniva sanzionato con una multa o con una leggera pena corporale, sia ai giorni nostri dove alle donne è vietata ogni tipo di socialità.
È per tutti questi e per molti altri motivi che alla prevenzione e alla repressione deve essere affiancata un’azione di promozione culturale vera e reale per l’affermazione dell’uguaglianza di genere, soprattutto fra le giovani generazioni.

L’esposizione sarà visitabile fino al 6 gennaio 2022 secondo i seguenti orari: 28 – 29 – 30 – 31 dicembre 2021 dalle 16.00 alle 18.30; 1 – 2 gennaio 2022 dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 18.30; 3 – 4 – 5 gennaio dalle 16.00 alle 18.30; 6 gennaio 2022 dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 18.30.
Ingresso libero. Green pass e mascherina obbligatori.  

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Marco Viroli

Marco Viroli è nato a Forlì il 19 settembre 1961. Scrittore, poeta, giornalista pubblicista, copywriter, organizzatore di eventi, laureato in Economia e Commercio, nel suo curriculum vanta una pluriennale esperienza di direzione artistica e organizzazione di mostre d’arte, reading, concerti, spettacoli, incontri con l’autore, ecc., per conto di imprese ed enti pubblici. Dal 2006 al 2008 ha curato le rassegne “Autori sotto la torre” e “Autori sotto le stelle” e, a cavallo tra il 2009 e il 2010, si è occupato di pubbliche relazioni per la Fondazione “Dino Zoli” di arte contemporanea. Tra il 2010 e il 2014 ha collaborato con “Cervia la spiaggia ama il libro” (la più antica manifestazione di presentazioni librarie in Italia) e con “Forlì nel Cuore”, promotrice degli eventi che si svolgono nel centro della città romagnola. Dal 2004 è scrittore e editor per la casa editrice «Il Ponte Vecchio» di Cesena. Autore di numerose prefazioni, dal 2010 cura la rubrica settimanale “mentelocale” sul free press settimanale «Diogene», di cui, dal 2013, è anche direttore responsabile. Nel 2013 e nel 2014, ha seguito come ufficio stampa le campagne elettorali di Gabriele Zelli e Davide Drei, divenuti poi rispettivamente sindaci di Dovadola (FC) e Forlì. Nel 2019 ha supportato come ufficio stampa la campagna elettorale di Paola Casara, candidata della lista civica “Forlì cambia” al Consiglio comunale di Forlì, centrando anche in questo caso l’obiettivo. Dal 2014 al 2019 è stato addetto stampa di alcune squadre di volley femminile romagnole (Forlì e Ravenna) che hanno militato nei campionati di A1, A2 e B. Come copywriter freelance ha collaborato con alcune importanti aziende locali e nazionali. Dal 2013 al 2016 è stato consulente di PubliOne, agenzia di comunicazione integrata, e ha collaborato con altre agenzie di comunicazione del territorio. Dal 2016 al 2017 è stato consulente di MCA Events di Milano e dal 2017 al 2020 ha collaborato con la catena Librerie.Coop come consulente Ufficio Stampa ed Eventi. Dal 2016 al 2020 è stato fondatore e vicepresidente dell’associazione culturale Direzione21 che organizza la manifestazione “Dante. Tòta la Cumégia”, volta a valorizzare Forlì come città dantesca e che culmina ogni anno con la lettura pubblica integrale della Divina Commedia. Da settembre 2019 a dicembre 2020 è stato fondatore e presidente dell’associazione culturale “Amici dei Musei San Domenico e dei monumenti e musei civici di Forlì”. Da dicembre 2020 è direttore artistico della Fabbrica delle Candele, centro polifunzionale della creatività del Settore delle Politiche Giovanili del Comune di Forlì. PRINCIPALI PUBBLICAZIONI Nel 2003 ha pubblicato la prima raccolta di versi, Se incontrassi oggi l’amore. Per «Il Ponte Vecchio» ha dato alle stampe Il mio amore è un’isola (2004), Nessun motivo per essere felice (foto di N. Conti, 2007) e "Canzoni d'amore e di funambolismo (2021). Suoi versi sono apparsi su numerose antologie, tra cui quelle dedicate ai Poeti romagnoli di oggi e… («Il Ponte Vecchio», 2005, 2007, 2009, 2011, 2013), Sguardi dall’India (Almanacco, 2005) e Senza Fiato e Senza Fiato 2 (Fara, 2008 e 2010). I suoi libri di maggior successo sono i saggi storici pubblicati con «Il Ponte Vecchio»: Caterina Sforza. Leonessa di Romagna (2008), Signore di Romagna. Le altre leonesse (2010), I Bentivoglio. Signori di Bologna (2011), La Rocca di Ravaldino in Forlì (2012). Nel 2012 è iniziato il sodalizio con Gabriele Zelli con il quale ha pubblicato: Forlì. Guida alla città (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2012), Personaggi di Forlì. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2013), Terra del Sole. Guida alla città fortezza medicea (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2014), I giorni che sconvolsero Forlì («Il Ponte Vecchio», 2014), Personaggi di Forlì II. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2015), Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna («Il Ponte Vecchio», 2016), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna volume 2 («Il Ponte Vecchio», 2017); L’Oratorio di San Sebastiano. Gioiello del Rinascimento forlivese (Tip. Valbonesi, 2017), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna, vol. 3 («Il Ponte Vecchio», 2018). Nel 2014, insieme a Sergio Spada e Mario Proli, ha pubblicato per «Il Ponte Vecchio» il volume Storia di Forlì. Dalla Preistoria all’anno Duemila. Nel 2017, con Castellari C., Novara P., Orioli M., Turchini A., ha dato alle stampe La Romagna dei castelli e delle rocche («Il Ponte Vecchio»). Nel 2018 ha pubblicato, con Marco Vallicelli e Gabriele Zelli., Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol.1 (Ass. Cult. Antica Pieve), cui ha fatto seguito, con gli stessi coautori, Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol. 2-3-4 (Ass. Cult. Antica Pieve). Nel 2019, ha pubblicato con Flavia Bugani e Gabriele Zelli Forlì e il Risorgimento. Itinerari attraverso la città, foto di Giorgio Liverani,(Edit Sapim, 2019). Sempre nel 2019 ha pubblicato a doppia firma con Gabriele Zelli Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna volume 4 («Il Ponte Vecchio») e Forlì. Guida al cuore della città (foto di F. Casadei, Diogene Books). Con Gabriele Zelli ha inoltre dato alle stampe: La grande nevicata del 2012 (2013), Sulle tracce di Dante a Forlì (2020), in collaborazione con Foto Cine Club Forlì, Itinerario dantesco nella Valle dell’Acquacheta (2021), foto di Dervis Castellucci e Tiziana Catani, e I luoghi di Paolo e Francesca nel Forlivese (2021), foto di D. Castellucci e T. Batani. È inoltre autore delle monografie industriali: Caffo. 1915-2015. Un secolo di passione (Mondadori Electa, 2016) e Bronchi. La famiglia e un secolo di passione imprenditoriale (Ponte Vecchio, 2016).