Sempre più arduo uscire dal momento più diffcile
CESENA. Non è azzardato dire che in 75 anni di storia repubblicana quello che stiamo vivendo è il momento in cui il livello qualitativo del nostro parlamento è ai minimi. Tutto questo, paradossalmente, quando alla presidenza del Consiglio abbiamo una delle persone più preparate e blasonate che si sia seduta su quello scranno. Una contraddizione che per diversi mesi è stata oscurata dal carisma di Mario Draghi, ma che adesso emerge con tutta la sua forza. Il problema è che l’Italia sta vivendo un momento in cui avrebbe bisogno della massima coesione. Due i motivi principali: l’elezione del presidente della Repubblica e l’uscita dalla crisi economica e sanitaria.
La scelta del nuovo presidente rischia di essere un terno al lotto. Innanzitutto per la debolezza dei partiti. In questa fase potrebbe essere determinante l’enorme pattuglia del gruppo misto, oltre ottanta grandi elettori moltissimi dei quali non proprio classificabili politicamente e che come obiettivo principale hanno il proseguimento della legislatura. Quasi tutti sono consapevoli che non saranno rieletti, quindi puntano a far arrivare a scadenza naturale la legislatura. Farla durare un anno in meno comporterebbe un consistente mancato incasso.
Per la verità, evitare le elezioni anticipate è l’obiettivo della maggioranza dei parlamentari. Non a caso ad ogni piè sospinto si parla di un accordo politico che comprenda sia il nome del presidente della Repubblica che quello del Consiglio. E’ possibile ritenere che la quadra sarà trovata, ma resta da capire se e soprattutto quanto servirebbe far proseguire la legislatura alle attuali condizioni. Fino a metà novembre il carisma di Mario Draghi aveva tenuto a bada i pruriti e le inevitabili tensioni riconducibili ad una maggioranza arlecchino. Ma da quel momento in poi la situazione è deflagrata e le tensioni si sono scaricate sulla legge di bilancio. E proseguono. Ormai siamo alla balcanizzazione del consiglio dei ministri, situazione che potrebbe creare problemi in una fase tranquilla, figuriamoci quali possono essere gli effetti in una situazione come quella attuale. Nello stesso tempo però c’è un altro problema contingente: la legge elettorale. Quella attuale è inadeguata. Come se ne esce?
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