Le aspirazioni devono essere sue, non della famiglia
CESENA. Come è logico r giusto, in questi giorni tutti i riflettori sono puntati sulla guerra in Ucraina. Proprio oggi siamo di fronte all’aumento dell’enorme sforzo bellico da parte della Russia. Le cronache raccontano che questa mattina dalla Russia proveniva una fila di sessanta km di blindati. Uno squilibrio di forze che porta a paragonare Kiev alle Termopili dove trecento spartani (quelli giovani e forti), assieme a qualche altra centinaia di guerrieri, si opposero all’avanzata dei persiani.
Ma, oltre alle drammatiche ore che sta vivendo l’Ucraina, c’è anche un altro mondo che si muove. Di notizie ce ne sono di ogni tipo. Tra le tante c’è una sorta di accavallamento tra date che interessano due miti. Oggi è il decimo anniversario della morte di un mito: Lucio Dalla. Fra l’altro il geniale artista bolognese è autore di una canzone di estrema attuale: se io fossi un angelo.
Ieri (28 febbraio) invece un altro mito festeggiava gli 80 anni. Si tratta di Dino Zoff, portiere della Juventus e della nazionale. La stampa specializzata, ma non solo, ha dedicato ampio spazio a questa celebrazione. Un’ampia intervista è stata pubblicata da Repubblica. Uno spazio nel quale Zoff si racconta senza rinnegare le sue origini, viene dalla campagna e da essa ha imparato tanto come, ad esempio, quello che dice sulla pandemia: ci ha dato un segnale contro l’arroganza umana, pensiamo di essere invincibili, ma non lo siamo. Infine ha dato un consiglio ai più giovani, in particolare quelli che guardano allo sport per costruire il proprio futuro. “L’importante è studiare – ha detto -. Questo discorso infatti andrebbe fatto più alle famiglie che ai ragazzi. Le aspirazioni del giovane devono essere sue, non del genitore”.
Parole importanti che riportano alla mente il libro del cesenate Fabio Benaglia “Mio figlio è un fenomeno. Amorevoli disastri dei genitori negli sport giovanili” (128 pagine edizione Il Ponte Vecchio). E’ il risultato di una ventina di colloqui con allenatori, dirigenti e arbitri che hanno raccontato una serie di episodi sull’invadenza dei genitori all’interno delle squadre dei settori giovanili di casa nostra. Comportamenti diseducativi per i ragazzini. Essere genitore non è facile. Soprattutto non è semplice trovare il giusto equilibrio fra l’invadenza e il mancato controllo. Però ha ragione Zoff: le aspirazioni del giovane devono essere le sue, non del genitore.
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