Sono di età compresa tra i 18 e i 70 anni
Dal 1° gennaio al 30 settembre 2024 il Centro Donna e il Centro Antiviolenza del Comune di Cesena hanno incontrato, ascoltato e sostenuto molte donne che per svariate ragioni legate alla propria vita privata hanno deciso di rivolgersi ai due presidi. Nel periodo indicato sono 92 le donne che si sono rivolte alle operatrici, di cui 75 hanno contattato il Centro per la prima volta. Di queste 65 le italiane e 27 le straniere, 62 residenti a Cesena, le restanti provenienti dal territorio provinciale ma anche da altre province o da fuori regione. Variegata l’età anagrafica delle donne che sono entrate in contatto con i due Centri comunali: si va dai 18 ai 70 anni, con particolare attenzione alla fascia compresa tra i 30 a i 59 anni.
Perlopiù si tratta di donne con figli che intendono denunciare una situazione di violenza che deriva dall’ambito familiare (in 41 hanno “denunciato” il proprio coniuge, in 11 il convivente, in 17 l’ex compagno), non mancano però le segnalazioni derivanti dall’ambito professionale e di lavoro e che coinvolgono il datore di lavoro o collega. La violenza subita è nella maggioranza dei casi composta da una violenza di tipo psicologico, più fisica ed anche economica che appaiono insieme. Non mancano le violenze legate alla sfera sessuale oppure a episodi continui di stalking o di mobbing.
A fronte delle 92 donne che si sono rivolte, fisicamente o tramite contatto telefonico, al Centro donna e al Centro antiviolenza del Comune di Cesena, solo 32 hanno deciso di denunciare l’autore delle violenze rivolgendosi alle forze dell’ordine, 20 di loro in questa occasione hanno potuto presentare una certificazione medica che attesta le violenze subite.
Dal primo ascolto all’orientamento. Non tutte le donne tuttavia si recano ai due presidi comunali per denunciare o per segnalare situazioni di rischio e pericolo. In molte, soprattutto negli ultimi anni, anche grazie alla significativa campagna informativa e di sensibilizzazione intrapresa dalle istituzioni locali, dalle forze dell’ordine e dagli enti del terzo settore impegnati su questo fronte, decidono di rivolgersi alle operatrici per richiedere informazioni, consigli e strategie. Non mancano tuttavia le richieste di consulenze psicologiche o legali, di orientamento al lavoro, ricerca di una abitazione e ospitalità in emergenza.
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