Il governo sprizza ottimismo ma l’Istat frena gli entusiasmi

Le ultime rilevazioni sull'economia

Ci sono le condizioni per essere ottimisti sul futuro? I partiti di governo sprizzano  ottimismo, ritengono che tutto vada bene. Invece leggendo le elaborazioni Istat la fiducia tende a diminuire. Nello scorso mese di novembre la produzione industriale italiana è diminuita in termini tendenziali per il ventiduesimo mese consecutivo. Il confronto è anno su anno. Il calo registrato è dell’1,5%,  che segue il -3,5% di ottobre. Bisogna risalire a gennaio 2023 per trovare un segno “più”. L’unica notizia positiva è che in novembre c’ è stato un aumento dello 0,3 rispetto al mese precedente.

Nel contempo si registrano incrementi per l’energia (+4,3%) e i beni di consumo (+2,6%), tra cui alimentari e prodotti farmaceutici, ma diminuisce  la produzione di beni intermedi (-2,5%) e strumentali (-4,9%).

Inoltre anche da Bankitalia non dispensa ottimismo. Nell’ ultima rilevazione del 2025 la percentuale delle imprese che hanno espresso valutazioni negative è salita al 30%, dal 21%, a fronte della sostanziale stabilità della quota di chi ha ravvisato un miglioramento (5% da 6%).

La rilevazione è stata fatta con le imprese italiane dell’industria e dei servizi non finanziari con almeno 50 addetti. Nelle valutazioni delle imprese la domanda si è indebolita, in particolare quella proveniente dall’estero e quella rivolta al comparto dei servizi. Incidono l’incertezza economico-politica e, in misura più contenuta, i timori sull’andamento dei prezzi delle materie prime energetiche e, soprattutto tra gli esportatori, sulle politiche circa gli scambi commerciali internazionali.

Però le imprese non abbassano la guardia e prefigurano un’espansione degli investimenti nella prima metà del 2025, nonostante continuino a ritenere sfavorevoli le condizioni per investire. E comunque la maggior parte  prevede di mantenere invariata la propria forza lavoro.

Il governo sprizza ottimismo

ma l’Istat frena gli entusiasmi

Ci sono le condizioni per essere ottimisti sul futuro? I partiti di governo sprizzano  ottimismo, ritengono che tutto vada bene. Invece leggendo le elaborazioni Istat la fiducia tende a diminuire. Nello scorso mese di novembre la produzione industriale italiana è diminuita in termini tendenziali per il ventiduesimo mese consecutivo. Il confronto è anno su anno. Il calo registrato è dell’1,5%,  che segue il -3,5% di ottobre. Bisogna risalire a gennaio 2023 per trovare un segno “più”. L’unica notizia positiva è che in novembre c’ è stato un aumento dello 0,3 rispetto al mese precedente.

Nel contempo si registrano incrementi per l’energia (+4,3%) e i beni di consumo (+2,6%), tra cui alimentari e prodotti farmaceutici, ma diminuisce  la produzione di beni intermedi (-2,5%) e strumentali (-4,9%).

Inoltre anche da Bankitalia non dispensa ottimismo. Nell’ ultima rilevazione del 2025 la percentuale delle imprese che hanno espresso valutazioni negative è salita al 30%, dal 21%, a fronte della sostanziale stabilità della quota di chi ha ravvisato un miglioramento (5% da 6%).

La rilevazione è stata fatta con le imprese italiane dell’industria e dei servizi non finanziari con almeno 50 addetti. Nelle valutazioni delle imprese la domanda si è indebolita, in particolare quella proveniente dall’estero e quella rivolta al comparto dei servizi. Incidono l’incertezza economico-politica e, in misura più contenuta, i timori sull’andamento dei prezzi delle materie prime energetiche e, soprattutto tra gli esportatori, sulle politiche circa gli scambi commerciali internazionali.

Però le imprese non abbassano la guardia e prefigurano un’espansione degli investimenti nella prima metà del 2025, nonostante continuino a ritenere sfavorevoli le condizioni per investire. E comunque la maggior parte  prevede di mantenere invariata la propria forza lavoro.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.