FAENZA. Il progetto MEME_e_Fèsta, organizzato da E Production e a cura delle compagnie Fanny & Alexander e Menoventi, torna da gennaio ad aprile con la seconda parte del suo ampio programma diffuso sul territorio, tra Ravenna e Faenza e, per la prima volta, anche a Castel Bolognese.
Nella programmazione tra teatro, musica, incontri e laboratori si spazia tra diversi generi e varie tematiche ma si possono individuare tre principali direzioni: si prosegue il lavoro di indagine sulla “memoria” del Novecento intorno al significativo appuntamento della Giornata della memoria; si presentano sul territorio alcuni dei lavori teatrali più recenti di E Production; infine e si porta a compimento con un evento finale aperto al pubblico presso il Teatro Masini di Faenza il triplo percorso di formazione laboratoriale MEME, curato a Faenza da Menoventi, iniziato già nel mese di novembre del 2024. A concludere la programmazione a fine aprile sarà l’appuntamento musicale primaverile alle Artificerie Almagià di Ravenna con le sonorità elettroniche di Club Adriatico.
Il programma è reso possibile grazie alla collaborazione di Ravenna Teatro e Biblioteca Classense e con il supporto di Ministero della Cultura, Regione Emilia – Romagna, Comune di Faenza, Comune di Ravenna – Assessorato alla Cultura, Comune di Castel Bolognese.
Le attività a Ravenna sono realizzate grazie al prezioso contributo dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
IL PROGRAMMA
Il primo appuntamento della rassegna vede protagonisti i Menoventi che il 23 gennaio allestiscono a Faenza presso la Sala Fellini (a ingresso gratuito) per Il Giorno della memoria il lavoro Volevo risarcirvi, con le attrici Rossella Dassu e Donatella Allegro e la regia di Gianni Farina. Lo spettacolo, prodotto da Associazione Liberty e presentato al debutto nell’ambito della programmazione di Agorà, nasce dalla trascrizione di interviste registrate, testimonianze audio di prigionieri politici sopravvissuti all’esperienza dei campi di concentramento nella Seconda Guerra Mondiale. La riapertura di una valigia rimasta chiusa e custodita in un armadio per venticinque anni ha portato alla scoperta delle registrazioni delle interviste che la giovane psicologa Fiorella Rodella fece a cinquanta prigionieri politici sopravvissuti al campo di sterminio. Le voci di questi racconti si zittirono nel dopoguerra, ma dopo cinquant’anni riemersero grazie alla caparbietà di una ragazza che li traspose su nastro magnetico. Veniamo così all’ultima trasformazione, quella teatrale, che tenta un dialogo con gli spiriti di queste sfortunate persone e che osserva le evoluzioni del totalitarismo, uno spettro che volteggia ancora sul nostro capo.
Il tema della Memoria si ritrova anche nel secondo appuntamento previsto per il 29 gennaio, sempre con Menoventi, che presenta presso la Biblioteca Luigi Dal Pane di Castel Bolognese Lei conosce Arpad Weisz? Il reading, che vede in scena le attrici Consuelo Battiston e Beatrice Cevolani, è tratto dal libro Dallo scudetto ad Auschwitz di Matteo Marani ed è dedicato alla figura, troppo spesso dimenticata, del calciatore e allenatore di origini ebraiche Arpad Weisz, vincitore di tre scudetti con Bologna e Inter ma poi caduto vittima, insieme a tutta la sua famiglia, delle leggi razziali e della persecuzione, fino alla deportazione e alla morte nei campi di concentramento.
Al centro di questa narrazione troviamo una famiglia in fuga, due bambini braccati, rigettati dalla scuola, privati di una lingua, separati dagli amici. La loro storia è lacerante e le loro parole – giunte fino a noi grazie all’acribia di Marani e all’affetto di un bambino che non ha mai dimenticato l’amico di un tempo – pesano come macigni. L’inesorabile palleggio tra il campo da calcio e il campo di sterminio riverbera nel progetto sonoro del reading che, congiuntamente al testo, reinventa ambienti e vibrazioni per restituire una storia che un silenzio di settant’anni non è riuscito a cancellare.
Il primo appuntamento a Ravenna vede protagonista la compagnia Fanny & Alexander, premiata recentemente con il Premio ANCT dell’Associazione dei critici nazionali di teatro e con cinque Premi Ubu per lo spettacolo Trilogia della città di K.
Presso il Teatro Rasi, in collaborazione con Ravenna Teatro per la Stagione dei Teatri, vengono presentati due dei più recenti spettacoli della compagnia ravennate, Maternità e Manson. Entrambi i lavori prevedono il coinvolgimento diretto del pubblico, un’interazione necessaria per l’avanzamento e la realizzazione stessa di entrambi gli spettacoli.
In Maternità Chiara Lagani invita gli spettatori a riflettere e a prendere posizione sul grande tema della maternità e della difficile scelta per le donne tra avere o non avere figli, a partire dalle suggestioni tratte dall’omonimo romanzo di Sheila Heti (Sellerio 2019) in cui una donna alla soglia dei quarant’anni si interroga insistentemente sulla possibilità di avere o meno un figlio. Alle domande più difficili l’autrice risponde lanciando i dadi e interrogando l’I Ching. Questo procedimento innesca a poco a poco una serie di altri temi, che affiorano progressivamente nelle pagine del libro, così come nello spettacolo: il tabù, la scelta, il caso, il destino, l’atto creativo, la forza e la bellezza della vita.
In Manson gli spettatori vengono invece posti di fronte alla ingombrante e carismatica figura del famosissimo criminale statunitense Charles Manson. Come fossero parte di una sorta di giuria, gli spettatori sono chiamati a confrontarsi direttamente con questo personaggio estremamente ambiguo, capace di rivelare attraverso la sua vivida testimonianza anche il lato oscuro dell’uomo e della nostra società.
Andrea Argentieri (già Premio Ubu come performer under 35 per la sua incarnazione dello scrittore Primo Levi in Se questo è Levi di F&A) interpreta in modo mimetico Charles Manson, un processo di incorporazione che riflette le caratteristiche del personaggio: labirintico, istrionico, manipolatore. Utilizzando materiale d’archivio, in particolare interviste audio e video, l’attore incorpora i ritmi, la gestualità spezzata e gli sguardi mutevoli di Manson, trasformandolo in una presenza che torna dal passato per sfidare apertamente il giudizio del pubblico convocato in un tribunale postumo.
Maternità viene presentato al Teatro Rasi il 31 gennaio e 1 febbraio, mentre Manson viene allestito nel Ridotto del Teatro Rasi dal 30 gennaio all’1 febbraio. Entrambi gli spettacoli vedono la regia di Luigi Noah De Angelis e il lavoro drammaturgico di Chiara Lagani.
In occasione delle recite di Maternità, il 31 gennaio alle ore 17.30 presso la Sala Dantesca e in collaborazione con la Biblioteca Classense, viene organizzato anche un incontro pubblico di approfondimento dal titolo Intorno a Maternità.
A partire dal romanzo Cose che non si raccontano di Antonella Lattanzi, Chiara Lagani rivolgerà all’autrice una serie di domande che riguardano la sua scrittura e il tema di questo libro bello e feroce (è stato tra i dodici libri finalisti al Premio Strega 2024) che ci racconta dei molti nodi, interrogativi e tabù al cuore del desiderio di maternità.
Il programma prosegue su Faenza con un secondo incontro pubblico presso il Museo Carlo Zauli per la presentazione del video racconto de La Cerimonia del fango, il progetto speciale che E Production ha realizzato a cura di Menoventi e che si è concluso con il rito collettivo di piazza, molto partecipato da associazioni e cittadini faentini, il giorno 16 maggio 2024, primo anniversario dell’alluvione in Romagna. La serata viene introdotta da Alex Giuzio, giornalista de Il Manifesto specializzato in economia turistica e questioni ambientali e normative legate al mare e alle coste. Ha pubblicato La linea fragile, un saggio sui problemi ecologici delle coste italiane (Edizioni dell’Asino, 2022), e Turismo insostenibile (Altreconomia 2024).
Sempre a Faenza, presso il Teatro Masini, il 12 aprile giunge a conclusione il percorso dei tre laboratori MEME curati da Gianni Farina e Consuelo Battiston: Storielle, Lo strano biglietto e I’m not a robot, per bambini, ragazzi e adulti.
Il calendario di MEME_e_Fèsta si conclude con una grande festa alle Artificerie Almagià di Ravenna con le sonorità elettroniche di Club Adriatico, percorso che dal 2013 porta in Romagna gli artisti e le scene musicali più interessanti nel panorama della musica dance e sperimentale a livello nazionale e internazionale.
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E Production
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