La Tosca di Puccini al Teatro Alighieri

RAVENNA. Dopo la Roma dell’antica repubblica e l’Egitto di Cleopatra, l’itinerario della stagione d’opera 2025 del Teatro Alighieri si conclude nella Roma ottocentesca, contesa fra austriaci, truppe napoleoniche e patrioti italiani. 

Tosca è in scena venerdì 28 marzo alle 20.30 e domenica 30 alle 15.30 nel nuovo allestimento del Teatro del Giglio di Lucca in coproduzione con Ravenna, Pisa, Livorno, Modena e Ferrara. Nel titolo pucciniano, la regia di Luca Orsini vede una storia di riscatto femminile finito in tragedia, proiettata su una Roma oscura e decadente, una città di sotterfugi e intrighi evocata dalle scene di Giacomo Andrico, dai costumi di Rosanna Monti e dalle luci di Tiziano Panichelli. Nei panni della protagonista c’è Marily Santoro, mentre Cavaradossi e Scarpia sono rispettivamente Vincenzo Costanzo e Devid Cecconi (nella recita di domenica il ruolo sarà di Massimo Cavalletti). Omar Cepparolli interpreta Angelotti, Alfonso Zambuto è Spoletta, Nicolò Ceriani il sagrestano, Eugenio Maria Degiacomi è Sciarrone, Paolo Breda Bulgherini un carceriere e Dalia Spinelli un pastore. Henry Kennedy, già allievo dell’Accademia dell’opera italiana di Riccardo Muti nel 2021, occupa il podio dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, mentre il Coro Archè è preparato da Marco Bargagna e il Coro di voci bianche Puccini 100 da Angelica Ditaranto e Niccolò Bartolini.

Martedì 25 marzo, alle 18, il Salone Nobile di Palazzo Rasponi (Piazza Kennedy) accoglie Prima dell’opera, il percorso di incontri a ingresso libero dedicati ai titoli in cartellone; l’appuntamento su Tosca è guidato da Carla Moreni, critico musicale del Sole24Ore e docente di Storia del teatro al Conservatorio di Milano.

“Le cronache contemporanee raccontano ogni giorno storie di tante Tosca che affrontano o hanno affrontato purtroppo la loro versione di Scarpia – sottolinea il regista Luca Orsini – La protagonista di quest’opera è dedicata a tutte le donne che lottano nella vita con coraggio. A proposito di donne coraggiose, questa Tosca ha una madre nello spettacolo del 2002 con la regia di Cristina Pezzoli, che insegnava come il teatro avesse il dovere anche di ‘ascoltare le ragioni del nemico’ nel senso che non esistono bianco o neri, ma infinite sfumature di grigi (…) Tosca ha come protagonista anche la città di Roma, con le campane delle sue chiese che scandiscono la partitura di Puccini e si tratta di una Roma oscura, decadente, in cui il potere si sporca le mani nel marcio, fa sotterfugi sullo sfondo di una guerra fra i Francesi e gli Austriaci, sconfitti da Napoleone a Marengo. Le scene di Giacomo Andrico, insieme ai costumi di Rosanna Monti, tratteggiano questa Roma in chiaroscuro, come fossero rovine dipinte in un quadro spagnolo con i toni prevalenti del rosso, che rappresenta il sangue e la passioni forti che attraversano quest’opera e la sua musica.”

“Le intenzioni di Puccini sono sempre molto chiare, sia che riguardino le dinamiche, le indicazioni per la scena, i rubati o altri aspetti – nota invece il direttore anglo-canadese Henry Kennedy – All’inizio del XX secolo non c’è un altro compositore (forse eccezion fatta per Mahler) che si sobbarca un tal penoso e accuratissimo sforzo di trasmettere ciò che intende attraverso la lettera dello spartito. Se è così, allora, come possiamo noi interpreti prenderci la libertà di deviare dal cammino indicato e smarrire ogni vero senso della direzione da seguire? Come membro della generazione dei millennial, sono molto distante dal milieu abitato nei primi del Novecento da direttori quali Toscanini, Ettore Panizza, Lorenzo Molajoli. (…) In questo anno del centenario, il mio obiettivo è tenere un piede radicato nella ricchezza del ventesimo secolo, e allo stesso tempo tenere l’altro ben saldo nel ventunesimo secolo, pronto, cent’anni dopo la morte di Puccini, a fare il prossimo passo.”

In occasione delle recite sono esposte a teatro le opere commissionate all’artista Felice Nittolo e dedicate ai titoli della Stagione. Per Tosca, Nittolo ha ripreso una delle sue composizioni più classiche dove la linea verticale – scheggia o filo d’erba – è l’elemento che congiunge cielo e terra, quest’ultima resa da una morbida linea curva mentre nel cielo infuocato e palpitante brillano luminose stelle.

Info e prevendite: Biglietteria Teatro Alighieri – tel. 0544 249244 – www.teatroalighieri.org

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