Il campus è uno spartiacque per l’Università. Nello stesso momento è il completamento di un sogno iniziato 25 anni fa, ma è anche la base dalla quale non solo ripartire, ma anche fare un ulteriore salto di categoria.
Un quarto di secolo fa Cesena e la Romagna decisero di legarsi a Bologna per l’insediamento universitario. Una scelta indovinata. Se si fossero ascoltate le sirene autonomiste sarebbe nata un’università di un livello molto inferiore e che, col passare del tempo, avrebbe rischiato di incontrare non pochi problemi. Adesso, invece, a Cesena l’Alma Mater investe e si consolida. Un segnale molto importante che deve essere anche la base di partenza per il futuro.
L’Università a Cesena non ha bisogno di un vero e proprio rilancio. Con il passare degli anni le cose sono continuamente migliorate e le facoltà si sono sempre più integrate non solo con la città, ma anche e soprattutto con il tessuto economico. Del resto facoltà come Ingegneria, Architettura, Psicologia e Scienze dell’alimentazione sono molto importanti e possono dare importanti contributi allo sviluppo dell’economia locale. Del resto era questo l’obiettivo dei padri fondatori dell’insediamento universitario. Non si voleva creare un laureificio, ma aiutare l’economia locale che allora (ma anche adesso) aveva una grandissimo bisogno di aumentare il proprio livello di innovazione tecnologica, una strada da battere se si vuole migliorare una percentuale di esportazione che resta ancora al di sotto della media regionale.
Intanto, è chiaro, la nascita del Campus dovrà essere l’occasione per fare un ulteriore passo in avanti. Cosa che sarà possibile se aumenterà quell’integrazione con le aziende che è e resta un bene inestimabile.
Ma la presenza di Architettura può e deve essere sfruttata anche dall’ente pubblico (cosa che per la verità sta già succedendo) per valorizzare una città che è bella, ma deve essere continuamente migliorata e con progetti moderni e innovativi.
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