17 Dicembre 2025
Wu-Ming-4-Nicoletta-Tozzi-e-Gianluca-Farfaneti

di Fabrizio Marcheselli

Un pallone ha una circonferenza di circa settanta centimetri, però è anche un metro… sociale, pedagogico e perfino politico. In esame, stavolta, non il calcio dei campioni milionari, ma quello dilettantistico giovanile nel graffiante memoir narrativo “Il calcio del figlio. Storia di genitori, figli e pallone” (Edizioni Alegre, 2025) di Wu Ming 4, il Federico Guglielmi padre di due giovani calciatori. 

Il volume è stato presentato il 16 dicembre 2025 nel centro diurno La Meridiana di Cesena come appendice prenatalizia a “Oltre il Giardino”, la rassegna estiva di libri, dialoghi e solidarietà promossa dal Dipartimento Salute mentale e Dipendenze patologiche Forlì-Cesena di Ausl Romagna con la partnership della cooperativa sociale Il Mandorlo e il patrocinio di Regione Emilia Romagna, Comune di Cesena e quartiere Cervese Sud. 

Autore di diversi libri e della nuova traduzione de “Lo Hobbit” di J.R.R. Tolkien, Wu Ming 4 fa parte del collettivo di scrittori fondato a Bologna nel 2000 sulle ceneri del progetto Luther Blissett. Per scelta precisa e coerente, i Wu Ming si mostrano in pubblico, ma non in foto e video, e chiedono che il loro volto non venga immortalato. 

Gianluca Farfaneti, responsabile Ssd Psicologia clinica e Psicopatologia Forlì-Cesena Ausl Romagna, e Nicoletta Tozzi, sport e corporate coach, artefice della scuola di formazione per genitori nel Cesena Calcio e già campionessa italiana degli 800 metri per nove volte, hanno introdotto e stimolato Wu Ming 4, che ha subito definito “Il calcio del figlio” come “un libro inatteso, personale, frutto degli appunti raccolti durante la carriera calcistica giovanile di mio figlio maggiore”. 

“È un romanzo di formazione di un adulto – ha chiarito lo scrittore – più che di un ragazzo. L’esperienza vissuta, prima in una società di quartiere e poi in una dilettantistica con pretese, mi ha suscitato riflessioni su genitorialità, stato della famiglia con al vertice la prole, gestione del Paese, quindi carenza culturale perché lo sport in Italia è ritenuto un orpello limitato a due ore di educazione fisica nella scuola dell’obbligo. Un tempo i ragazzi compensavano giocando nei cortili, ma adesso ci sono bambini che non sanno correre. E nelle scuole calcio spesso non si trova personale qualificato, preparato a livello pedagogico e pure tecnico”. 

Farfaneti ha posto l’accento sul “rapporto degli adolescenti non solo con le società sportive, ma con tutta la società. Qui a La Meridiana cerchiamo sempre di ragionare sulla salute mentale in modo aperto”, mentre Nicoletta Tozzi si è soffermata su “genitori risorsa e genitori problema” e sul “diritto di non essere un campione”, punto finale della “Carta dei diritti dei ragazzi allo Sport” prodotta dall’Onu nel 1992 e inserita da Wu Ming 4 quale pagina d’apertura del proprio libro. 

“Questa dichiarazione dei diritti – ha chiosato l’autore – andrebbe affissa in tutte le sedi dei club. Alex Ferguson, storico allenatore del Manchester United, diceva che bisogna allenare la fragilità. Mário Travaglini, tecnico brasiliano del Corinthians, Democrazia Corinthiana del 1982, sosteneva che la libertà non è che qualcuno fa quello che gli pare, ma è responsabilità rispetto al collettivo. Per me è un insegnamento politico cristallino, da scrivere nella Costituzione”.

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