Con il marketing che si adatta sempre meglio al mondo del web è sicuro che cambieranno molte cose, soprattutto sui social network. Questi ultimi, con i loro milioni di iscritti, rappresentano un bacino inesauribile di tendenze e orientamenti da prendere in seria considerazione in occasione di ogni indagine di mercato.
Facebook è arrivato per primo, rivoluzionando il modo di “stare” su internet, concedendo a ciascun iscritto uno spazio personalizzabile, un ottimo spunto per le grandi aziende (inizialmente poche) che intravvedevano la possibilità di guadagnare qualche soldo grazie all’aiuto delle nostre foto, delle conversazioni in bacheca e dei video postati.
Poi è arrivato Twitter, fratello minore di un colosso ormai affermato, che però, poco a poco, ha cambiato irrimediabilmente il modo di comunicare sui social. Artefici di questa evoluzione del linguaggio sono stati due simboli normalmente ignorati sulla tastiera: la chiocciola (@) e il cancelletto (#).
Zuckemberg, inizialmente spiazzato, ha pensato bene di non competere sul terreno dell’avversario, adottando invece il nuovo linguaggio, così diverso, ma pratico. Su Facebook è comparsa ben presto l’opzione “follower-subscriber” ed è stato introdotto l’utilizzo del simbolo @ per taggare gli amici.
Pare che adesso anche l’ultima barriera che separa i due social network stia per cadere: Facebook diventerà #Facebook. Le ragioni che stanno alla base di questo (molto probabile) cambiamento sono puramente economiche. L’hashtag infatti non è soltanto un modo di svecchiare la creatura di Zuckemberg, è piuttosto un sistema per catalogare i contenuti postati, una scorciatoia intelligente per raggruppare conversazioni e individuare tendenze, il ché, tradotto in termini di profitto, rappresenta un vantaggioso strumento per attirare spot pubblicitari. Sono infatti tantissime le aziende che fanno promozione grazie all’hashstag e anche per Facebook potrebbe essere l’occasione per ampliarsi maggiormente, magari con la pubblicità su mobile. È proprio questo il settore in cui Twitter viaggia fortissimo (per quest’anno sono previsti 249 miliardi di dollari dal mobile advertising) e che Zuckemberg vuole insidiare.
Ma per i meno maliziosi l’hashtag su Facebook sarebbe motivato dal fatto che il social network si sta evolvendo a giornale 2.0, vale a dire che mira a diventare una piattaforma dove le persone possano cercare e pubblicare contenuti in modo ordinato e selettivo. La catalogazione a priori sarebbe quindi uno strumento utilissimo per la ricerca e la suddivisione tematica dei contenuti a posteriori.
Quello che è certo è che, se e quando verrà adottato l’hashtag, dovrà cambiare anche la Timeline di Facebbok. Per buona pace degli utenti, sempre molto scettici verso ogni cambiamento estetico.
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