È allarme Tares per le imprese

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Le associazioni di impresa di “Una Sola Voce per l’Economia” chiedono un confronto urgente sulla nuova tassa rifiuti e servizi indivisibili che verrà applicata dal primo gennaio 2013 (la “Tares”). Gli ulteriori e annunciati rincari allarmano il mondo economico, che teme l’ennesima “patrimoniale” occulta- Specie se si considera che la nuova tassa include una quota variabile (da 0,3 a 0,4 euro al metro quadro) a copertura dei servizi indivisibili del Comune.

Il passaggio da Tia (“Tariffa di igiene ambientale”) a Tares sta tenendo in apprensione le imprese, coinvolte in una crisi economica senza precedenti e schiacciate da un livello di tassazione insostenibile. Veniamo da un 2012 in cui la stragrande maggioranza dei Comuni, nonostante i tanti appelli, ha applicato sui fabbricati d’impresa aliquote IMU al massimo consentito. Tornare a un sistema di tassazione, abbandonando quello della tariffazione, non corrisponde alle richieste avanzate in questi anni dalle aziende, che hanno sempre aspirato alla cosiddetta tariffa puntuale (ovvero al pagamento del servizio tramite un corrispettivo proporzionato all’effettivo quantitativo di rifiuti assimilati, conferito al gestore pubblico). Nonostante la nascita di Atersir nessun confronto su un tema così delicato è stato promosso, se non dopo richiesta. Tanto più che diversi Comuni hanno annunciato di modificare o implementare il sistema di raccolta differenziato con il porta a porta, o con altri sistemi misti, senza un preventivo coinvolgimento del sistema delle imprese sui relativi costi.

Il 17 maggio 2012 i sindaci dei quindici Comuni del comprensorio forlivese hanno, alla presenza delle Associazioni di Categoria e dei Sindacati, sottoscritto un protocollo dal titolo ben augurante: “Quando le parole non bastano più. Un’idea e un impegno”.

Quattro i principali obiettivi che enunciavano:

1. Ridurre la spesa corrente

2. Liberare risorse per abbassare l’IMU

3. Rendere più efficiente la pubblica amministrazione

4. Non toccare il welfare

Per le risposte abbiamo aspettato l’autunno, ma con le foglie sono caduti anche i buoni intenti.

E la realtà è che le imprese stanno pagando la seconda rata di aliquota massima dell’IMU.

Le imprese si sono trovate fra capo e collo la nuova incognita Tares applicabile dal primo gennaio 2013. Le imprese continuano ad avere danni dalla burocrazia che le ingessa. Il welfare è in serio pericolo.

A questo punto è necessario attivare urgentemente non solo un tavolo di confronto per definire lo scenario del servizio che gli utenti si ritroveranno a partire dal primo gennaio 2013 (ossia fra pochi giorni!!!), ma per capire concretamente che cosa, al di là dei protocolli, si vuole fare insieme per contrastare una crisi che sta dilagando e sgretolando il nostro territorio. Non parliamo più di rischio, ma purtroppo di realtà che sta portando alla chiusura di imprese anche importanti, che crea disoccupazione, che mina l’attrattività e che porta al degrado della nostra comunità più di altre.

Per il mondo delle imprese non solo sono finite le parole, ma sta venendo meno il fiato.

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