Credo che il limite del PD a queste elezioni sia stato lo stesso di tutte le altre: la mancanza di un’identità e di una linea chiara. Non sappiamo ancora chi siamo e non lo sappiamo da troppo tempo ormai. Liberali ma anche socialdemocratici, laici ma anche cattolici, di sinistra ma anche di centro e alcuni anche un pò di destra… Ecco, noi a queste elezioni avevamo un compito fondamentale: parlare alle persone che non ce la fanno più.
Alle famiglie che devono tirare a campare con un solo stipendio, che hanno un malato in casa e non ricevono assistenza, ai giovani che prendono 400 euro al mese e fanno i camerieri o gli operai con una laurea in tasca, ai cassintegrati, agli esodati…come si fa a dire che abbiamo perso per troppa sinistra? Quale ? Dove? Se non ripartiamo da lì, dal rivolgerci a quella gente lì, senza la presunzione di rappresentare gli interessi di tutti, saremo sempre e solo degli incompiuti. Forse a un prossimo congresso del partito un’ipotetica proposta socialdemocratica sarà minoritaria, ma non rinuncerò a battermi per provare a farla prevalere, perchè mi spiace, ma io non credo davvero che possa esistere una ricetta diversa per cambiare la rotta politica di questo partito.
Poi ci sono altri temi su cui riflettere: una campagna elettorale oggettivamente debole, moscia, comunicativamente sbagliata. Ma se le cose sono andate come sono andate lo ribadisco, ne siamo tutti responsabili. E quella responsabilità non possiamo addossarla solo sul segretario, che per la dignità e la statura che ha si sarebbe già fatto da parte se avesse pensato di fare l’interesse del Paese. E’ rimasto, non abbandonando la nave, a gestire una situazione delicata e intricata in una condizione che credo sia anche psicologicamente devastante. E comunque tranquilli, Bersani farà 10,100,1000 passi indietro. Cosa faranno invece i gruppi dirigenti del PD in tutta italia? Soprattutto quelli che a questa proposta avevano detto di credere fortemente…cambieranno bandiera per avere la certezza di mantenere una posizione? Si assumeranno anche loro la responsabilità di un partito che, diciamolo, sta perdendo radicamento, capacità di elaborazione politica, capacità di rispondere alle domande dei cittadini ovunque (a partire dall’Emilia Romagna, per dire..) oppure diranno che è tutto un “trend nazionale”?
Chi ha fatto una scelta alle primarie lo ha fatto sulla base di un’idea di paese, non dovrebbe averlo fatto per un tornaconto personale. Io almeno ho scelto Bersani per questo motivo. E l’unica cosa che oggi posso implicargli è di non avere dato abbastanza forza a quella proposta, troppi equilibrismi, troppa mediazione…quando si vince si vince, e si porta avanti il progetto con convinzione senza paura di scontentare qualcuno. Adesso arriverà il momento di decidere davvero cosa vogliamo essere. Io vorrei essere un partito vivo, NUOVO DAVVERO, in cui la partecipazione si esercita ogni giorno, non solo con le primarie. In cui i circoli non siano solo comitati elettorali o fabbriche di tessere o manovalanza per le feste. Ma veri protagonisti della nostra azione politica.
Una politica che sta tutti i giorni in mezzo ai cittadini, che non si chiude nei teatri o nelle stanze autoreferenziali di iniziative che servono solo a garantire visibilità a qualcuno, ma che si misura tutti i giorni coi problemi REALI, ci mette la faccia, si mette a disposizione del cambiamento delle nostre città e del nostro paese. Un partito che faccia piazza pulita di vecchi modi e vecchie logiche, per cui se anche cambiano le facce poi non cambiano i metodi, in cui non ci facciamo risucchiare dal personalismo dilagante in funzione di percorsi invece collettivi, in cui si fa formazione, in cui i giovani non vanno avanti se hanno gli sponsor giusti ma se ne dimostrano le capacità. Di tutto questo vorrei discutere a un futuro congresso.. di tutto questo. Ma non ci sto a buttare tutto sulle spalle del segretario. Chi lo fa, dall’alto del proprio ruolo di dirigente dovrebbe essere quanto meno consequenziale e farsi per primo da parte.
Bersani ha fatto i suoi errori ma rimane una grande occasione persa per questo Paese, che avrebbe potuto essere governato da una persona seria e capace con a cuore davvero gli interessi dei cittadini…non so quando ne avremo ancora di occasioni del genere. E onestamente ho paura per il mio futuro e per quello di tutta la mia generazione.
Gessica Allegni (via Facebook)
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