In questi giorni al supermercato ti trovi davanti vere e proprie muraglie di uova pasquali, bellissime, colorate, ammiccanti: da Barbie a Supermario e ritorno, con la sorpresa o a premi, tutto fondente o con nocciole fuori e dentro bianco, insomma ce n’è davvero per tutti i gusti…
Peccato che a me serva UN UOVO DI CIOCCOLATO SENZA GLUTINE!
Ogni anno è una vera caccia al tesoro…
Ma cos’è questo GLUTINE? e perché preoccuparsi del glutine nel cioccolato…?
Il glutine è una sostanza proteica presente in frumento, farro, kamut, avena, orzo, e svariati altri tipi di cereali (per l’elenco preciso vi rimando al sito dell’Associazione Italiana Celicachia o del Ministero della salute, alla voce malattie sociali).
Il glutine è contenuto, teoricamente un po’ ovunque: come componente base di pane, pasta, biscotti, pizza, cibo impanato…, ma spesso come componente secondario o dentro agli oscuri “aromi”, anche in prodotti “non sospetti”, quali la maggior parte di caramelle, molti gelati (con o senza cono) e persino in alcune patatine, zuppe pronte, svizzere, salsicce, birra, surimi… una lista infinita dalla quale non sono esenti molti preparati al cioccolato.
Senza contare il fattore “contaminazione” a cui i prodotti possono essere sottoposti durante la produzione-lavorazione, che rende di fatto non idoneo qualunque alimento.
Avete mai provato a soffiare sul tagliere della nonna mentre faceva la piadina? Avrete notato che la farina vola! e dato che vola si sparge, contamina…: un alimento può dirsi gluten free, se oltre a non contenere tassativamente il glutine, non ne ha subìto alcuna contaminazione.
Le reazioni all’assunzione accidentale di glutine, possono essere diverse, spesso sono pesanti. Di certo, nel lungo termine, arrecano danni all’organismo.
Ancora non esiste un vaccino per l’intolleranza permamente al glutine (detta anche morbo celiaco o celiachia) ma con una dieta priva di glutine, con la celiachia ci si può convivere.
Per lo più però si finisce per cucinare in casa e, a mamma e/o papà, l’onere di fare questa delicata spesa, un lavoretto da frate certosino… prontuario dell’AIC (Associazione Italiana Celiachia) alla mano, spesso bloccati per svariati minuti davanti a qualche scaffale a leggere microscopiche etichette, in un mare di colori e prodotti…”Mamma ti prego, me lo prendi?”, dipende cara, dipende.
Così quando un’azienda decide di dichiarare l’idoneità del proprio prodotto riportando sulla confezione la scritta “SENZA GLUTINE” oppure “GLUTEN FREE” o ancor meglio il logo della “SPIGA SBARRATA”, fa davvero una gran bel regalo ai suoi clienti, perché facilita la spesa, fa risparmiare tempo e stress.
Ma anche i supermercati volendo potrebbero contribuire: intanto rifornendosi da quelle aziende che hanno a cuore il problema e riportano precise diciture sui prodotti, magari mettendole in evidenza a loro volta (con dei marcatori per esempio), e poi perché non riservare una macchina affettatrice solo per i prodotti privi di glutine? (ebbene sì, anche molti affettati non ne sono esenti, sia dentro che fuori – vedasi voce contaminazione!) – alcuni supermercati si stanno già attivando ma sono una minoranza.
E infine per quanto riguarda i prodotti “stagionali” come le uova pasquali, perché non apporre un bel cartello con l’indicazione ben visibile delle marche prive di glutine in vendita in quell’esercizio?
Una gentilezza questa, verso, non solo quei genitori che ogni giorno affrontano questa scomoda spesa, ma anche le zie (che col telefonino si piantano lì per delle mezzore a cercare su internet la lista delle uova gluten free…), e pure certi poveri nonni che non sapendo che pesci pigliare e non disponendo di internet, spesso sono costretti a rinunciarvi.
E ultimo ma non ultimo, va detto che i prodotti senza glutine, quelli sì, che li possono mangiare tutti!
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