LVIA Forlì nel Mondo ha partecipato alla scorsa edizione della Settimana del Buon Vivere con uno spettacolo teatrale realizzato dal gruppo informale “Giovani e Intercultura”, promosso dall’Associazione e attivo dal 2011.
LVIA si è organizzata formalmente nel 1992; suo obiettivo era sostenere e appoggiare i progetti di volontariato e cooperazione internazionale che già dal 1964 vedevano LVIA Centrale come attivo protagonista nel mondo delle associazioni laiche.
In questo lavoro di appoggio da parte della sede di Forlì c’è sempre stato spazio anche per promuovere il commercio equo-solidale e favorire l’organizzazione di eventi culturali divulgativi per la cittadinanza; l’obiettivo era ed è coinvolgere un target eterogeneo, dai ragazzi in età scolare, agli adulti impegnati nel migliorare il loro legame con il territorio e le sue pratiche sociali. Nel 2007 è poi nata la Cooperativa Equamente, che oltre ad essere un punto vendita è anche un’associazione promotrice di workshop ed eventi per la città.
Proprio lo spettacolo promosso dal Buon Vivere ha contribuito alla crescita numerica dei ragazzi del Gruppo Giovani e Intercultura: da 8, ora si contano ben 27 persone, tra cui, va detto, sono pochi i forlivesi e molti invece gli studenti fuori sede.
Lo spettacolo teatrale, che ha avuto luogo alla piazzetta dell’Antica Pescheria, è stato il trampolino di lancio per la versione definitiva dell’evento ed ha coinvolto diverse figure professionali e non: un educatore di strada, un regista, il tecnico video, oltre ovviamente agli attori che si sono esibiti per quindici minuti e al pubblico composto da una quarantina di ragazzi e qualche adulto.
Avvicinare i vari gruppi di strada al resto della comunità è stato sicuramente un obiettivo di primaria importanza; l’associazione si è proposta di intercettare giovani che vivono in contesti non facilmente identificabili dalle istituzioni. Ad esempio, un luogo su cui si è puntato per costruire una rete di dialogo è il chiostro di San Mercuriale dove diversi giovani, italiani e non, si ritrovano giornalmente. Un luogo che è spesso frettolosamente etichettato come un centro di attività ‘illegali’, in cui sarebbe facile spacciare e assumere stupefacenti.
In occasione del Buon Vivere, due momenti differenti hanno composto lo spettacolo dei Giovani di Intercultura: la prima è stata per così dire la parte del ‘sogno’, in cui i ragazzi hanno espresso la loro personale visione utopica della città, reminiscente di un passato che non corrisponde più al presente, mentre la seconda è stato un momento di accusa in cui, tramite il racconto di esperienze vissute, si è lasciato spazio al presente, la città che viviamo e della quale spesso viene sottolineato solo il negativo, ciò che non funziona.
Lo spettacolo integrale, che si è poi realizzato successivamente alla Settimana del Buon Vivere, prevede altri due fasi: un ballo collettivo in cui i ragazzi si muovono a tempo di ‘Azonto’, la cui radice è una tradizionale musica africana, e infine il momento per così dire realistico in cui i partecipanti confessano qual è la città che vogliono. Parte di quest’ultima fase è costituita dai cosiddetti ‘imbarazzismi’, espressione traducibile con ‘episodi di razzismo quotidiano’, in cui i ragazzi raccontano non solo come sono percepiti dalla gente, ma anche l’idea che hanno di loro stessi.
‘Abbiamo voluto lavorare a uno spettacolo teatrale perché pensiamo che il teatro permetta di conoscersi meglio e con naturalità, coinvolgendo non solo la parola, ma anche l’elemento fisico del corpo’. Per Elena Colangelo, volontaria di LVIA Forlì Nel Mondo, l’evento, che ha fatto parte dell’ambito riservato alle azioni per i giovani della Comunità Europea (Youth in Action), ha permesso una mappatura dei vari gruppi giovanili che popolano la nostra città, ma che spesso non rientrano nelle classifiche perché sfuggono a una definizione uniformante e realistica.
Lo spettacolo è stata un’occasione, di divertimento ma anche formativa, per porsi domande, ancora una volta e attraverso modalità inusuali, sulla propria identità, presupposto necessario per una consapevolezza collettiva che possa favorire un dialogo non stereotipato.
D’altronde, questo è uno degli obiettivi di LVIA Forlì nel Mondo, in quanto associazione che si occupa di indagare, costruire e migliorare i rapporti tra Nord e Sud del mondo e, più in generale, di contrastare le disuguaglianze favorendo un terreno di comunicazione e una rete solidale.
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