Il naturalista ammirava gli imponenti pini domestici del viale. Non ne aveva mai abbastanza, nemmeno quando, in giornate di vento, le piante lo bombardavano di pigne secche e dure: lui studiava la traiettoria dei proiettili e con balzi felini li evitava, ritornando a fissare in pace quei giganti col cappello.
Un giorno, dopo un’abbondante pioggia autunnale, il naturalista si fermò ad assaporare il profumo aspro degli aghi bagnati. Inebriato, stordito da quella fragranza, si stupì di come uno dei giganti gli si stesse facendo incontro. E prima di essere stretto mortalmente tra il tronco e l’asfalto, ebbe un attimo di tempo per pensare a quanto fosse fortunato ad essere stato scelto come ultimo sostegno per quel gigante con i piedi d’argilla.
Storielle a parte, il pino domestico è uno degli alberi più fragili e pericolosi (radici superficiali, peso sbilanciato…) e sta bene tra i suoi simili, non in mezzo alla gente.
Stefano Nicoletti, via commenti di Manteblog
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