Potremmo definirlo come una specie di cerniera dell’innovazione fra le imprese agricole e gli enti pubblici, in materia di ricerca e sperimentazione: il CRPV (Centro Ricerche Produzioni Vegetali), infatti, ricopre un ruolo strategico nelle politiche regionali di sostegno al mondo agricolo, in quanto ha il compito di raccogliere le istanze del mondo produttivo, elaborare progetti sperimentali in sinergia con altri centri di ricerca o con le Università e, dopo aver organizzato l’attività, di comunicarne i risultati alle imprese, favorendo processi produttivi che puntino con decisione alla qualità e all’innovazione.
“Detto così sembra un compito facile – spiega Alvaro Crociani, direttore CRPV – nella realtà si tratta di un’attività complessa che deve tener conto di diversi fattori con i quali ci confrontiamo ogni giorno. Mi limito a una considerazione che riguarda le produzioni vegetali di cui ci occupiamo: da una parte il mercato richiede con forza prodotti di alto standard qualitativo, specie in termini di sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale, dall’altra i produttori lamentano scarse marginalità a livello economico e chiare difficoltà nell’ottimizzazione dei costi. Una buona parte della nostra attività punta proprio alla promozione di innovazioni nel processo produttivo, in grado di coniugare efficienza ed economicità. Questo, però, non è sempre facile. Ci sono da vincere resistenze anche nel mondo agricolo, spesso legato a criteri e logiche tradizionali. Ecco un esempio: è consolidato che la potatura meccanica in viticoltura faccia risparmiare tempo e denaro, ma è altrettanto vero che buona parte di agricoltori guardi con sospetto questa pratica perché la ritiene dannosa per lo stato di salute delle piante. In questo caso – e lo abbiamo fatto in un convegno svoltosi nei giorni scorsi – CRPV ha presentato alcune esperienze pilota, unite a comunicazioni di forme di allevamento idonee e corretta esecuzione per confermare che tale metodo innovativo può essere un valore aggiunto per l’azienda”.
Oggi l’Europa sostiene ancora con forza l’agricoltura, ma lo fa indicando chiaramente la strada, nella quale indica prioritari l’innovazione dei sistemi produttivi, l’elevamento della qualità delle produzioni, la trasparenza e la tracciabilità, il massimo rispetto ambientale: il tutto per puntare ad un duplice obiettivo, ovvero la tutela del consumatore e l’efficienza dell’azienda agricola.
“Su questo aspetto – ribadisce Crociani – Il Programma di Sviluppo Rurale della Regione Emilia Romagna finanziato per il periodo 2014-2020 è esplicito: sul tavolo ci sono maggiori risorse rispetto al Piano precedente con una richiesta chiara di una forte sinergia – più efficace che in passato – fra la stessa Regione, la ricerca, gli agricoltori e le imprese di servizio. In sostanza ci viene richiesto un’interattività forte, basata sull’innovazione, che, fra l’altro, metta in relazione ricerca, formazione e consulenza e abbia una chiara ricaduta sulle imprese”.
Un ruolo chiave nell’attuazione dei nuovi Programmi di Sviluppo Rurale saranno i Gruppi Operativi, che verranno costituiti, all’interno di ogni PSR, allo scopo di creare tale relazione al fine di promuovere l’innovazione al servizio del mondo agricolo: “Su questo punto – sostiene Crociani – auspico che a noi e CRPA (Centro Ricerche Produzioni Animali), in quanto principali attori della conoscenza regionale, unitamente alle organizzazioni professionali e alle centrali cooperative, venga riservato un ruolo strategico per supportare gli interventi regionali, in quanto abbiamo le carte in regola per garantire un effettivo coinvolgimento degli utenti finali – gli agricoltori – nel processo di innovazione. Una partnership forte e coesa fra gli organismi appena citati, basata su relazioni stabili e condivise, produrrà, poi, una gestione ottimale delle attività, eviterà sterili sovrapposizioni e metterà a disposizione del sistema tutte le competenze disponibili. La base del nostro operare dovrà prevedere il massimo coinvolgimento degli utilizzatori, favorendo momenti aggregativi per gli agricoltori e le imprese, indispensabili sia nella fase di raccolta delle esigenze, quanto nel trasferimento dei risultati acquisiti: in quest’ottica il dialogo con il mondo produttivo dovrà essere senza schemi, pronto ad accogliere le reali esigenze e ad approntare progetti realmente rispondenti allo sviluppo del mondo rurale. Come EOR (Ente Organizzatore della Domanda di ricerca) credo che CRPV, in quanto “intermediario dell’innovazione”, potrà giocare un ruolo di primo piano per il successo di tali attività”.
Questo livello così alto di attenzione verso le istanze del mondo agricolo da parte dell’Europa e, conseguentemente delle amministrazioni regionali, impone un interrogativo chiave: al di là del sostegno alle imprese e del loro indispensabile processo di rinnovamento, quale potrà essere il risultato tangibile per i cittadini dell’Unione Europea di tali investimenti? “Credo – conclude Crociani – che una benefica ricaduta sui cittadini sia un obiettivo strategico di ogni Programma di Sviluppo Rurale: innovare le imprese agricole significa mettere i presupposti per offrire produzioni migliori sotto l’aspetto qualitativo e di sicurezza alimentare e, nello stesso tempo, favorire tecniche di coltivazione e difesa che abbiamo un impatto ambientale vicino allo “zero” per tutelare al massimo i territori in cui viviamo”.
Questo post è stato letto 229 volte