Condivido la preoccupazione del Sindaco Lucchi sul futuro del fondo pubblico per l’editoria la cui continua riduzione rischia di mettere in crisi numerose testate giornalistiche.
Dopo un’efficace riforma avvenuta nel 2012 – che consentiva di distinguere la stampa virtuosa dalle testate che erano solo alla ricerca di sovvenzioni – la spending review introdotta con le leggi di stabilità del 2014 e 2015 ha coinvolto numerosi settori compresa l’editoria, riducendo drasticamente il fondo pubblico per l’editoria. Solo con la stabilità 2015 le risorse sono state ridotte quasi del 50% (dai 75 ai 40 milioni), con un sistema retroattivo che mina la sopravvivenza degli organi di stampa.
La libertà di stampa, di cui tanto abbiamo parlato negli ultimi giorni, vive non solo di assenza di censura ma anche di pluralismo e autonomia.
Per rendere effettivi queste due principi è impossibile pensare che non ci sia un aiuto pubblico all’editoria e le campagne contro i finanziamenti all’editoria e le scelte fatte non hanno reso effettivi tali principi.
Come risposta ai tagli in molti casi si è dovuto fare ricorso ad un aumento della pubblicità, anche a dispetto dei propri lettori, aumentando così le tensioni proprio in tema di autonomia della stampa.
Dopo la chiusura de l’Unità e di altre testate storiche ora il rischio è che anche a livello locale possano chiudere molti organi di informazione che quotidianamente raccontano e approfondiscono la realtà del nostro territorio con quel piglio e quella conoscenza autentica che solo un organo di informazione locale può avere.
Mi rendo subito disponibile a raccogliere l’appello e a presentare insieme ai miei colleghi un emendamento all’interno del “mille proroghe” per evitare che ci sia un taglio così drastico e per evitare che la riduzione abbia effetto retroattivo sui bilanci.
È chiaro che l’emendamento sarà accoglibile solamente se vi sarà disponibilità da parte del Governo e del Sottosegretario Lotti titolare della delega all’editoria.
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