La libertà di stampa è un principio fondamentale dell’ordinamento italiano, sancito dall’articolo 21 della Costituzione. Una libertà che presuppone due diritti: da un lato quello di informare, dall’altro quello di essere informati. Un’informazione plurale e libera è elemento essenziale della democrazia ed è chiaro che il pluralismo non può essere lasciato a meccanismi di mercato. E’ utopistico e irreale pensare che una testata, in particolare locale, possa sostenersi con le copie vendute. E non si può neppure pensare di farne dipendere la sopravvivenza dagli introiti pubblicitari.
Warren Buffet, il magnate statunitense dei media che ha trascorso gli ultimi 50 anni a costruirsi una reputazione da contrarian, quel tipo di investitore che ignora quanto fanno le masse inseguendo scommesse poco popolari – e vincenti, negli ultimi due anni ha acquistato 28 quotidiani per 344 milioni di dollari. E ha motivato la sua decisione in una lettera agli investitori rimasta famosa. Se prima di TV e Internet i quotidiani erano l’unico mezzo di informazione al quale le persone attingevano, dice Buffet, oggi il mondo è cambiato. Ma i quotidiani continueranno a regnare sovrani nel fornire informazioni locali, perché se vuoi sapere cosa sta accadendo nella tua città non c’è nulla che possa sostituire un quotidiano locale che svolge il suo compito.
La storia della stampa italiana racconta il fiorire di testate locali e territoriali che in molti casi sono diventate i quotidiani nazionali che ancora oggi leggiamo. L’informazione locale è preziosa soprattutto per garantire il diritto di “essere informati” a quelle fasce di popolazione che non hanno accesso ai nuovi media, come gli anziani. Svolge un ruolo di socializzazione: nei bar e luoghi pubblici sfogliamo i giornali, spesso commentandoli insieme agli altri avventori, e non sediamo individualmente davanti a una postazione internet. Nelle scuole il giornale viene letto e diventa occasione educativa con i laboratori in cui i ragazzi scoprono la professione del giornalista, i diritti, i doveri, e l’importanza dell’informazione.
Il valore dei media locali è fondamentale, come riconosciuto anche nell’ultima legge di Stabilità 2015 che assegna 20 milioni di euro alle emittenti televisive territoriali. Allo stesso modo occorre continuare a sostenere l’editoria cooperativa, non profit, di idee e testimonianza, che opera in gran parte nel settore dell’informazione locale. Non farlo, significherebbe mettere a repentaglio la qualità, la trasparenza e il pluralismo dell’informazione, nonché mettere in crisi l’occupazione nel settore. Vanno scongiurate la scomparsa di testate che raccontano la vita delle comunità locali e la chiusura di testate nazionali di grande valore culturale. E’ ovviamente cruciale in questo anche il tema del rigore e trasparenza nell’uso delle risorse pubbliche, richiedendo il rispetto di precisi criteri, con la necessità di eliminare sprechi e impedire usi impropri, destinando i fondi a realtà editoriali vere, che facciano informazione con diffusione reale.
Nel mio ruolo di deputato, oltre alla possibile azione legata al Milleproroghe proposta anche dal collega Lattuca, ritengo sia necessario passare attraverso un’azione parlamentare, come una risoluzione in Parlamento che impegni il Governo a dare risposte e reperire le risorse necessarie a salvaguardare la libertà di stampa, il diritto all’informazione e quindi la democrazia.
Tiziano Arlotti
Parlamentare PD
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