Il Ministro Poletti, il presidente di Legacoop Emilia-Romagna Giovanni Monti e il presidente di Unipol Stefanini a confronto con Gianni Riotta sui temi del lavoro e del futuro dell’impresa. «Le imprese devono puntare sui giovani nei ruoli decisionali»
Platea fitta di giovani cooperatori venerdì 23 gennaio alla CMC di Ravenna per l’incontro con il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, protagonista di un dibattito organizzato da Generazioni e Legacoop Romagna. Con lui sul palco il giornalista ed esperto di comunicazione Gianni Riotta, il presidente di Legacoop Emilia-Romagna Giovanni Monti e il presidente di Unipol Sai Pierluigi Stefanini.
«Giovani, futuro, impresa e lavoro sono le parole da cui siamo partiti per organizzare questo incontro» ha detto in apertura Rudy Gatta di Generazioni, il network dei giovani cooperatori di Legacoop.
«La continuità tra la nostra storia e il futuro rappresentato dai giovani è al centro dei valori della cooperazione. E’ importante che il confronto abbia luogo nelle imprese, anche attraverso iniziative come questa”, gli ha fatto eco il presidente di CMC, Massimo Matteucci.
«Il problema dell’Italia – ha detto Poletti nel suo faccia a faccia con Riotta – è che da molto tempo le classi dirigenti hanno deciso di non decidere. Questo favorisce lo status quo e le rendite di posizione: dobbiamo spingere le aziende a cambiare, prendendosi il rischio di fare entrare i giovani nei processi decisionali. Questo è vero anche e soprattutto per le cooperative, che altrimenti diventano luoghi di immobilismo».
Incalzato sul “Jobs Act”, Poletti ha ammesso che «sulle partite IVA ci siamo sbagliati, ma rimedieremo presto», rammentando però che «prima della sua riforma solo il 15% degli inserimenti al lavoro avveniva a tempo indeterminato. «Il lavoro lo aumenti se il sistema economico cresce e fa investimenti producendo nuove opportunità».
Numerosi gli interventi dal pubblico, tra cui quello di Alfredo Fioretti, giovane vicepresidente di CMC, che ha sottolineato l’importanza di dare opportunità reali e concrete ai giovani, coinvolgendoli appieno nello spirito mutualistico.
Nella tavola rotonda seguita all’intervista, Giovanni Monti ha rammentato che «in questi anni abbiamo ottenuto grandi risultati, ma il mondo è cambiato in modo radicale e occorre riprogettarci, come ha fatto CMC, che a suo tempo scelse di diminuire la presenza nel settore immobiliare ed essere presente nei mercati internazionali».
«Abbiamo bisogno di cambiamento – ha aggiunto Stefanini – ma il cambiamento non è neutrale: non può prescindere dal dare dignità al lavoro, in un grande progetto condiviso per la creazione di nuove opportunità che nasca da un’idea dell’economia in cui la condivisione e la responsabilità collettiva sono prevalenti».
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