Lo avrete visto comparire anche voi sui siti web che frequentate più spesso: un banner che vi ricorda che quella pagina web fa uso di “cookie” e che continuando nella navigazione approvate l’apposita informativa. È l’effetto di una direttiva europea che entrerà in vigore anche in Italia a partire dal 3 giugno e che prevede multe salate, fino a 120mila euro, per chi non si adegua. I “cookies” (letteralmente: biscottini) sono piccole sequenze di testo che il server web memorizza sul computer dell’utente, in modo da poter fornire determinati servizi. Senza entrare negli abomini del gergo informatico, basti sapere che anche il più normale dei siti aziendali, se utilizza questi ritrovati tecnologici, è tenuto a mettersi in regola con questa nuova bella trovata burocratica. E se il vostro sito non usa i “cookies”? Occorre anche controllare che i servizi di terze parti che avete installato facciano altrettanto. In pratica basta avere installato uno script come quello di Google per le statistiche di accesso o come quello di Facebook per cliccare “mi piace” direttamente sul sito. Questo significa nuovi costi, intervento di professionisti, rotture di scatole per l’azienda. E per il cliente la scocciatura di vedersi apparire tutte le volte un avvertimento che – dopo 5 minuti – chiunque tende a cliccare in automatico. Nel frattempo, è ovvio, i giganti del web fanno quello che vogliono con i nostri dati. Tanto non stanno mica in Europa.
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