«La nostra è una spiaggia adatta a ogni età, dal giovanissimo all’ultracentenario. In Romagna il rapporto qualità prezzo fa la differenza, offriamo tanti servizi inclusi alla giusta tariffa. Puntiamo a migliorare ancora, ma bisogna che ci consentano di lavorare, a partire dalla soluzione del caso Bolkestein»
La Cooperativa Esercenti Stabilimenti Balneari conta 114 associati, distribuiti dalle spiagge di Zadina a quelle di Valverde. E’ nata nel 1978 per volontà di un gruppo di bagnini che si associarono per garantire assistenza e tutela sindacale alla categoria e per offrire un miglior servizio ai turisti. Quello del bagnino diviene un vero e proprio lavoro: l’impegno, l’inventiva e la tenacia dei gestori porta alla nascita di un vero e proprio turismo di massa. Il presidente della cooperativa, riconfermato alla guida, è Simone Battistoni.
Presidente Battistoni, qual è l’attrazione, il punto di forza di Cesenatico?
Nei 7 chilometri di litorale il rapporto qualità prezzo fa la differenza, offriamo un’enormità di servizi inclusi alla giusta tariffa. In altre parti d’Italia, fuori dalla Romagna, fanno pagare anche la cassetta di sicurezza, i libri e le bici, fino all’animazione. Sono tutti extra. Da noi invece sono tutti servizi inclusi, a cui poi si aggiunge il fatto che gli stabilimenti hanno una serie di campi da beach volley o beach tennis e tavoli da ping-pong. Tutta una serie di opportunità che forse diamo per scontata, come l’ingresso libero in spiaggia. Vorrei sottolineare che in metà Italia chi vuole accedere sull’arenile deve pagare, in Romagna non solo non paghi per entrare, ma il bagnante può usufruire di tutta una molteplicità di servizi tutti inclusi.
Rispetto ad altre spiaggia la differenza è evidente…
La nostra è una spiaggia adatta a tutte le età, dal bambino di due anni all’anziano centenario, in Toscana ad esempio sull’arenile non c’è nulla. A Cesenatico ci sono parchi giochi, librerie, animazioni per l’attività fisica. Un gestore unico di bar e spiaggia permette di coordinare e migliorare i servizi. Pensiamo anche a coloro che sono svantaggiati: tutti i bagni sono attrezzati per disabili, nessuno è inagibile, e hanno in dotazione il seggiolino per andare a fare il bagno in mare, senza costi aggiuntivi».
A Cesenatico vi siete fati promotori di un’iniziativa in collaborazione con il Comune…
«Curiamo le spiagge libere in modo che siano presentabili, abbiamo creato la spiaggia con gli ombrelloni di Tamerici per dare l’ombra gratis, mentre in piazza Andrea Costa ci sono 20 tende, come quelle di una volta, dipinte da un artista, e anche in questo caso offrono riparo dal sole gratuitamente. I due casotti di pronto soccorso in spiaggia per la prima medicazione li gestiamo noi, e poi fiore occhiello sono i 40 salvataggi che vigilano sulla sicurezza di tutti, anche attraverso i corsi che hanno seguito per utilizzare i 16 defibrillatori a disposizione».
Qual è secondo lei il futuro delle spiagge?
«Migliorare, puntando ancora di più sul filone del benessere, con vasche idromassaggio, proponendo discipline olistiche, shiatsu, zumba, ginnastica dolce al risveglio, pilates e yoga al tramonto, e tutti i vari esercizio di rilassamento. Poi anche spinning: sono davvero tante le attività che si possono fare in spiaggia e in maniera gratuita. Tutto il settore deve andare verso uno sviluppo, ma questo lo si potrà fare solo se ci consentiranno di lavorare. Anche l’animazione per bambini con giochi e laboratori di scienze, di fisica, del riciclo e anche di educazione ambientale. Così che mentre i figli giocano i genitori si possono rilassare. Un altro filone da potenziare è quello tecnologico, non solo con wi-fi gratuito in tutti gli stabilimenti, ma anche il tablet incluso per poter navigare sotto l’ombrellone. Qualche bagno già lo fornisce».
Poi c’è la questione Bolkestein?
«Purtroppo finché non si risolve il nodo dell’Europa tutti gli investimenti sono bloccati. I nostri bagni sono già attraenti e competitivi, ma il fatto è che all’estero gli investimenti proseguono a farli. Vogliamo migliorare ulteriormente l’arenile, la collaborazione con il Comune per riscrivere le norme del Piano spiaggia c’è, ma lo possiamo fare se rimaniamo e non ci “buttano fuori” dalla spiaggia».
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