Christian Fossi- Setteserequi 11/3/2016
«Il settore dei divani non vive il suo momento migliore, ma noi stiamo comunque crescendo grazie al rapporto con Poltrone & Sofà. Puntiamo a consolidare questo trend nel 2016».
Luciano Garoia, amministratore dele gato di Atl Group, presenta così l’evoluzione dell’impresa di origine forlivese che quattro anni fa acquistò il sito produttivo dell’Omsa.
Garoia, qual è l’andamento di Atl?
«Quello dei divani è un setto re che sta vivendo un momento difficile, quindi anche noi siamo sempre con la cinghia tirata, ma abbiamo abbastanza commesse per utilizzare la capacità produttiva che oggi è sopra i mille divani al giorno. Il 95% della nostra produzione è fatta per Poltrone & Sofà, l’unica impresa del settore che oggi cresce e che ha aperto un buon numero di punti vendita nell’ultimo periodo. Chiaramente abbiamo nell’arco dell’anno momenti di picchi produttivi e altri più di stanca, ma possiamo dire che siamo una delle poche realtà che cresce».
L’investimento fu importante.
«Il primo impegno fu di 20 milioni di euro, poi man mano che ci sono nuove esigenze si fanno piccoli aggiustamenti o nuovi investimenti. E’ sicuramente una cifra per noi notevole: ci siamo impegnati verso gli istituti bancari per l’acquisizione stabilimento e, praticamente, di tutte le attrezzature, visto che, a parte qualche macchina, la maggior parte sono nuove».
Come prendeste la decisione di investire a Faenza?
«Considerando che eravamo in piena congiuntura economica negativa, possiamo dire di avere fatto una scelta coraggiosa in un momento di difficoltà per i consumi. Eravamo ad un bivio per ché il nostro cliente principale ci chiedeva di aumentare la produzione: o ci ridimensionavamo o crescevamo».
Siete arrivati a Faenza con la delicata vertenza Omsa. Quante pressioni avete superato e com’è stato l’inserimento?
«Come detto, noi avevamo il nostro progetto. In più abbiamo la convinzione di aver fatto una cosa giusta aver assunto 150 ex dipendenti dell’Omsa. Dopo una fase iniziale di inserimento e qualche assestamento nelle mansioni, possiamo dire che sono perfettamente integrate».
Ci furono aiuti economici per l’assunzione delle ex Omsa?
«In quella vicenda ci sono state tante voci. E tra le chiacchiere più insistenti c’era chi diceva anche questa, ma era infondata: non abbiamo avuto alcun aiuto economico diretto all’assunzione».
Quali sono i numeri di Atl?
«Oggi lavorano con noi 550 persone e nel 2015 abbiamo trasfor mato oltre 100 lavoratori a tempo indeterminato, sfruttando anche le agevolazioni economiche legate al Jobs Act. La produzione principale la facciamo a Faenza con circa 430 dipendenti per Poltrone & Sofà, mentre in quella per Roche Bobbois lavorano 120 persone a Bertinoro. Quest’ultima è quella che ha sofferto di più negli anni della crisi, ma ora ci aspettiamo una ripresa. Il bilancio non è ovviamente ancora pronto nel dettaglio, ma il 2015 lo chiuderemo con il fatturato in aumento intorno ai 73-74 milioni».
Un bel modo per festeggiare i 40 anni.
«Iniziammo la nostra avventura nel 1976. Eravamo 12 soci fondatori, tra cui l’attuale presidente Giorgio Tartagni. All’inizio era vamo una cooperativa, poi alcune vicissitudini ci hanno portato a cambiare forma societaria. Vivevamo dentro l’azienda, con grandi sacrifici. Se ci guardiamo indietro e osserviamo il percorso fatto, possiamo essere solo soddisfatti».
Quali prospettive ci sono per il 2016?
«Ci guardiamo attorno e vediamo un settore sofferente. Stiamo lavorando con l’obiettivo è aumentare un altro po’ le vendite».
Avete in programma nuovi investimenti?
«Se c’è il trend delle vendite che abbiamo ipotizzato si realizza, avremo bisogno di utilizzare ulteriori spazi. Stiamo sempre attenti ad avere macchinari all’avanguardia, pertanto non esclu do nuovi investimenti».
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