da La Romagna Cooperativa – marzo 2016
Non possiamo nel 2016 cercare scorciatoie retoriche o discussioni pretestuose: l’Europa è il nostro mercato domestico e il nostro riferimento istituzionale per poter stare in questo mondo più aperto e globalizzato.
Avrò una deformazione professionale, ma nella “cooperativa europa” il “socio fondatore” Italia non ha una controparte, ma una parte di corresponsabilità proprietaria e seppur socio fondatore non ha nessun vantaggio acquisito se conferisce “prodotto non conforme” che indebolisce anche quello degli altri. Potete mutuare voi il “prodotto non conforme” con debito pubblico e quasi metà del proprio territorio nazionale in arretramento di sviluppo. E non sarà mica colpa della Merckel?
Le cooperative che hanno i soci come controparte non durano. Lo dico da “nonno” della generazione Erasmus, correva l’anno 1993 a Montpellier, nessun timore reverenziale nei confronti di nessun Paese perché nessun altro paese può fare senza gli altri e nessuno è indenne da errori e eredità scomode, economiche o sociali.
Per guardare dritti negli occhi gli altri però bisogna essere consapevoli che per troppo tempo noi, noi come italiani, abbiamo considerato Bruxelles e Strasburgo in maniera non adeguata.
Per troppo tempo la preparazione dei regolamenti ha visto l’Italia rincorrere, per troppo tempo abbiamo pensato che con un poco di politica ai consiglio dei ministri si recuperassero bozze di normativa già nella fase finale.
Non è una tendenza che si inverte in un anno, ma è comunque una priorità di lavoro per i prossimi anni. Non dobbiamo neppure abbatterci troppo come europei, negli USA lo stato del Sud carolina ha ammainato la bandiera sudista il 9 luglio 2015. Dico: 2015. Non 1915, 2015. E sono gli USA.
Cosa possiamo fare noi per migliorare la situazione?
Voglio partire proprio da Bruxelles. Dal primo di gennaio ci siamo come Alleanza delle Cooperative Italiane, è un passaggio storico che per ora ha riguardato la forma e da domani deve riguardare anche la sostanza. Cerco di dirlo in maniera comprensibile: la nostra capacità di rappresentare e tutelare gli interessi delle cooperative agroalimentari in Europa ha enormi possibilità di miglioramento e di creare sinergie con tutto il sistema Italia là presente.
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