Stato e Regione si attivano per le fasce più deboli. Fondamentale il ruolo delle coop di inserimento lavorativo
«Finalmente in questo Paese si comincia a dare una risposta ai bisogni delle fasce più deboli e alle persone che sono state escluse dal mondo del lavoro». Emiliano Galanti, responsabile cooperative sociali di Legacoop Romagna, giudica molto positivamente le misure regionali e nazionali che mirano a integrare il reddito per i nuclei famigliari e gli individui in difficoltà. «Si introduce qualcosa di molto simile al reddito di cittadinanza», dice Galanti. Se ne è parlato sabato 17 settembre a Lugo, nel corso della tavola rotonda organizzata insieme ad Agci e Confcooperative e intitolata “Contrasto alle povertà e inclusione sociale: il ruolo della cooperazione”.
Ospiti della serata anche Carla Golfieri (Dirigente Area Welfare Unione Comuni Bassa Romagna), Patrizia Masetti (Agci) e Antonio Buzzi (Presidente Sol.co).Al “Sia”, sostegno per l’inclusione attiva stanziato dal Governo, si dovrebbe aggiungere presto il “Res” della regione. «Credo che i nuovi bisogni vadano intercettati con misure nuove – ha spiegato Francesca Marchetti, consigliera regionale – trovando nuovi partner e rilanciando la rete con la cooperazione sociale di tipo B, soggetto fondamentale per l’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati».
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