Tutta la verità sui migranti promette Luca Donadel nel suo video che ha totalizzato in pochi giorni quasi tre milioni di visualizzazioni. Nell’improbabile ipotesi che non lo abbiate incrociato in rete (è stato rilanciato con enfasi da Salvini e pure da Striscia la notizia) diciamo subito che si tratta di un vero e proprio fenomeno mediatico: il prodotto molto accattivante di un giovane studente di scienza della comunicazione che, con piglio professionale e ciuffo scolpito alla moda, illustra la sua “verita” delle operazioni di salvataggio dei migranti. Donadel – che ha già prodotti diversi video di ottima fattura – si districa tra filmati, screenshot e grafici con grande padronanza delle dinamiche ‘social’ sfoderando un’aura di imparzialità. Assicura di non voler sostenere tesi ideologiche, ma di portare solo fatti all’attenzione dei cittadini, contrapponendosi così alle ‘fake news’ dei giornali. Uno dei nodi del ragionamento di Donadel è che i giornali parlano di salvataggi di migranti nel Canale di Sicilia per nascondere il fatto che in realtà gli stessi vengono recuperati davanti alle coste libiche. In effetti si sa che l’espressione geografica è una semplice convenzione giornalistica: le rotte delle navi sono costantemente mappate e non vi è nessun segreto sulla loro attività in acque internazionali e anche a ridosso della costa libica. L’asserita imparzialità diventa così un velo per proporre invece una lettura fortemente ideologica del fenomeno, del tutto omologata alle tesi di ben precise parti politiche. È però uno scarto interessante rispetto alle solite dinamiche polemiche della rete, fortemente connotate, facilmente individuabili. Il livello di complessità della costruzione, anche tecnica, è notevole ed più vicina al modello del debunking (i siti che smentiscono le ‘bufale’). Ancora un passo avanti nell’universo della post verità.
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