L'elettore, il ceto medio in particolare, ormai ha perso i punti di riferimento. Serve parlare di cose concrete, dare risposte credibili e bandire i fuochi di artificio
Una persona che si aggira stancamente in mezzo al mercato senza trovare quello che cerca. È questa la raffigurazione che mi sono fatto dell’elettore italiano. In particolare di quel componente del ceto medio che, in questi anni, si è impoverito e, quel che è ancora più grave, in fondo al tunnel non vede la luce. Il problema, a mio avviso, sta tutto qui: mentre i partiti parlano di sistema elettorale o di strategie, la gente, il ceto medio vorrebbe avere risposte sul futuro suo e dei suoi figli.
E così questa tornata elettorale lo schiaffo lo hanno preso i 5Stelle, mentre è andato bene il centrodestra. Come andrà la prossima volta nessuno lo sa. Nemmeno i diretti interessati che navigano più che a vista.
Domenica mattina ci siamo svegliati immaginando (sempre che quello possa essere stato un nostro pensiero) che per le politiche di sarebbe votato nel 2018. Ma, prima di andare a letto, ci siamo sentiti dire che forse si voterà in autunno.
Fateci votare quando volete, ma presentate una proposta politica credibile. Perché il problema è proprio questo. Non ci sono proposte politiche credibili. Quindi, quell’elettore che si aggira stancamente per il mercato finisce con l’appoggiarsi sull’usato. Che non è poi tanto sicuro, lo sa anche lui stesso, ma che al momento gli pare il più affidabile. Del resto, signori, se Leoluca Orlando (con tutto il rispetto per l’uomo e il politico) continua a vincere al primo turno a Palermo, vuol dire che l’offerta è quella che è.
Ma gli elettori cosa chiedono? Serietà. Niente di più. Basta con i fuochi d’artificio. Basta con le promesse mirabolanti. I politici devono presentare un programma serio, credibile e realizzarlo. Non è più il tempo di meno tasse per tutti. L’esempio, viene da Parma. A prescindere da come andrà al secondo turno, se Pizzarotti ha ottenuto un buon risultato è perché ha governato bene. Non ha fatto niente di particolare. Con una buona dose di sano realismo e ha cercato di fare le cose più utili per la città. Alcune sono andate bene. Altre un po’ meno. Ma ha lavorato sodo e con buon senso. E se fai così alla fine sei premiato. Il tuo sforzo è apprezzato.
Poi possiamo parlare di coalizioni (meglio se ci sono, unire più persone può essere una ricchezza), ma prima di tutto servono chiarezza, buon senso e tanta, tanta voglia di lavorare. E poi la volontà e la capacità di fare quel lavoro “sporco”, quel corpo a corpo quotidiano che è fondamentale in qualsiasi fase della vita e, quindi, anche ne nella gestione della cosa pubblica che, per sua natura, è estremamente complicata.
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