Luigi Di Placido (Liberaldemocratici) chiede di staccarsi da Ert
Luigi Di Placido (Liberaldemocratici) interviene sulle gestione del teatro Bonci. Questa la sua nota.
Condividiamo le parole dell’Assessore Castorri: “La necessità è un teatro più aperto”.
Per farlo, però, occorrono idee chiare e coinvolgimento della città.
Al momento mancano entrambe.
La presentazione del prossimo cartellone del nostro teatro cittadino, tenutasi a Bologna, è stata l’ennesima dimostrazione di come la sua gestione si sia allontanata dalla città.
Ma non solo: ha dimostrato ancora una volta (e, francamente, non ce n’era bisogno), la volontà dell’attuale gestione ERT di impedire politiche culturali di area vasta in Romagna.
Modena, Bologna, Castelfranco, Vignola, Cesena: basta l’elenco dei teatri gestiti da ERT per capire la limitatezza dell’approccio e dell’interesse suscitato.
Non è un caso che negli anni il numero dei teatri aderenti si sia ridotto, e che i nuovi ingressi siano esclusivamente figli di difficoltà economiche risolte con soldi pubblici.
È sempre più necessario domandarsi: il milione di Euro che annualmente Cesena versa a ERT, ha ancora un senso, alla luce degli evidenti limiti che da anni andiamo sottolineando?
Può bastare un minimo aumento degli abbonati per giustificarlo? O bisognerebbe guardare ad altro?
L’Assessore dice che vorrebbe utilizzare di più il teatro, anche per aumentarne i ricavi.
Non essendo certo il bar che può realizzare questo desiderio, sono consigliabili altre strade: nuova gestione, maggiore collaborazione con i privati e maggiore coinvolgimento della città e delle sue molteplici espressioni culturali ed artistiche.
Esattamente ciò che da 15 anni, con ERT, non succede.
Per questo riteniamo non più rinviabile una svolta.
Una svolta che restituisca alla città il suo teatro, e che lo renda protagonista di politiche culturali romagnole capaci di valorizzare il nostro territorio, delle quali il Bonci sarebbe naturale ed inevitabile protagonista.
Rimanere al calduccio delle decisioni bolognesi/modenesi costa molta meno fatica, ma consegna la grave responsabilità di penalizzare la propria città e le energie che vi abitano.
Anche per questo, da settembre avvieremo una serie di iniziative per discutere sul futuro culturale di Cesena.
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