Di Placido e le previsioni smentite

Lancia un'opa sulla sinistra del Pri dicendo a sorpresa che a settembre entrerà in giunta, ma in Comune garantiscono che un rimpasto non solo non ci sarà, ma è un'ipotesi che non è neppure mai stata presa in considerazione

Luigi Di Placido lancia un’opa sull’area  (o quel che resta) del partito repubblicano. Di per sé non sarebbe un’operazione sbagliata. Soprattutto a meno di due anni dalle elezioni amministrative. Quindi quando è cominciato il momento di pasturare in attesa di tirare la rete.

Il Pri, è noto da tempo, è sempre stato un partito con due anime: destra e sinistra. Hanno convissuto nella prima repubblica, all’epoca del pentapartito e poi hanno avuto qualche difficoltà in più con il passaggio al maggioritario.

A Cesena ha fatto l’elastico: un po’ alleato del centrosinistra, un po’  avversario. Con il passare del tempo però l’anima più di sinistra è diventata minoritaria a causa dei continui abbandoni. Ed è proprio quelli ai quali Di Placido guarda con particolare interesse.

Un affondo lo ha fatto convocando un incontro a Villa Chiaviche. Ha detto, in estrema sintesi, il Partito Repubblicano ormai ha svoltato a destra. L’anima di sinistra ormai è residuale e non ha nessun peso. Io sono l’unico che rappresento l’anima progressista del Pri. Poi l’affondo. Ha detto che in settembre a Cesena ci sarà un rimpasto di giunta e che lui entrerà nel governo cittadino proprio come rappresentante di un’area laica progressista. Una posizione che ha stupito molto dei presenti, vista la distanza che al momento c’è fra le due parti.

Si solito la strada che si percorre è diversa: prima c’è un avvicinamento, poi la collaborazione diventa più stretta. Però, si sa, in politica  (ma non solo) tutto può succedere.

Cesena (photo credits: https://www.flickr.com/photos/paolo_cst/)

O meglio potrebbe. Se, per lo meno, ci fosse una base. Ma in questo caso non pare esserci nemmeno quella. In Comune escludono nella maniera più categorica che ci sia in arrivo un rimpasto di giunta. Ma vanno oltre: garantiscono anche che una ipotesi simile non è nemmeno mai stata presa in considerazione.

Quindi, mi viene da pensare, per quello che conosco il mondo politico, se un rimpasto non ci sarà adesso, la giunta arriverà fino al termine del mandato. In quanto sarebbe autolesionista fare un rimpasto a un anno o poco più dal voto.

Piazza del Popolo – Cesena (credits: https://www.flickr.com/photos/ziowoody/)

P.S. Ieri, commentando la situazione in casa del Pd, ho fatto un errore. Ho scritto che ci sono a disposizione quattro posti, per tre nomi. È l’esatto contrario. Da quello che mi risulta i nomi caldi continuano ad essere quattro e le potenziali poltrone disponibili sono tre: parlamentare, sindaco, consigliere regionale.

Molto improbabile, invece, che uno dei quattro possa ambire al ruolo di assessore regionale. Al momento l’unico cesenate che può puntare a quel ruolo è Paolo Lucchi, ma come persona, non per una spartizione territoriale. Quindi, se lui decidesse di fare solo l’albergatore, difficilmente ci sarebbe un altro cesenate nella squadra di Bonacini. Naturalmente, sempre che venga eletto.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.