Sanità: ecco cosa serve

Ci sono troppi primari a scavalco e Cesena deve avere l'emodinamica. Il confronto sull'ospedale sta oscurando il dibattito

Continua il confronto sul nuovo ospedale. La struttura è necessaria, ma il confronto ha oscurato il dibattito su quello che serve alla Sanità cesenate che, indubbiamente, ha delle carenze.

 

Ma procediamo con ordine. Negli ultimi quaranta anni la sanità è cambiata in maniera radicale ed ha ragione Giuseppe Zuccatelli quando dice che è passata dal medioevo all’età moderna senza passare dal rinascimento. Un sistema però rimasto sempre molto legato agli ospedali e, soprattutto, a una rete ospedaliera che non può più esistere.

Adesso tutto deve ruotare attorno alle quattro grandi strutture: Cesena, Forlì, Rimini e Ravenna. I piccoli ospedali non devono sparire, ma agire a servizio delle grandi strutture.

 

Dunque, quattro ospedali principali. Tra questi c’è il Bufalini. Ma è innegabile che la struttura cesenate abbia dei problemi. E non parlo di quelle logistiche. Dal punto di vista sanitario va risolto il problema dei primari a scavalco. Quando uno di quelli in servizio se ne va viene sostituito da un altro di un ospedale di Area Vasta che quindi seguirà reparti in due strutture. A Cesena sono sei o sette. Troppi. Il problema si potrebbe risolvere anche con una promozione interna. Il personale lo gradirebbe molto di più e sarebbe anche più motivato.

C’è  poi il problema dell’assenza dell’emodinamica (o cardiologia interventistica). Si occupa delle problematiche che riguardano il regolare fluire del sangue che si dirige verso il cuore e di quello che dal cuore viene pompato in ogni angolo del nostro corpo.
Nello specifico, il laboratorio di Emodinamica si occupa di diagnosticare e curare i problemi che possono sorgere nell’apparato circolatorio, cioè all’interno del cuore e a livello di valvole e di vasi sanguigni. Gli interventi non prevedono l’esecuzione di complicate operazioni di natura chirurgica, ad esempio con apertura del torace, ma vengono svolti per via “percutanea”, cioè attraverso un piccolo foro che viene praticato a livello inguinale, del polso o della piega del gomito, in anestesia locale e blanda sedazione.

Cesena è l’unico ospedale romagnolo a non averla. È una mancanza ingiustificata. Fra l’altro la presenza della Riviera e il conseguente aumento della popolazione sarebbe la motivazione per superare i problemi legati alla mancanza del numero di residenti previsti per l’installazione dell’emodinamica. Siccome non si tratta di una legge, il problema potrebbe essere facilmente superato con il buonsenso.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.