Cosa ne sarà della struttura è destinato ad essere uno dei temi più importanti della prossima legislatura. Perciò le forze politiche in campagna elettorale dovranno essere molto chiare su come la pensano. Le proposte possono essere infinite
Quale sarà il tema dominante della prossima campagna elettorale? Ci penso da giorni, ma ancora non sono riuscito a darmi una risposta. Questo non vuol dire che va tutto bene, madama e marchesa. Anzi, di problemi ce ne sono. Ma temo che quelli che ritengo più importanti non verranno neanche trattati.
La mia preoccupazione è che si finisca col parlare sempre del centro storico e di piazza della Libertà. Certo, sarebbe comunque più importante del senso unico di via Plauto, tema che caratterizzò la campagna elettorale del 2009.
Mi piacerebbe invece si parlasse anche di economia. È vero che le grandi strategie si fanno a livello nazionale. Ma anche in ambito locale si può e si deve fare di più. I temi essenzialmente sono due: come qualificare la nostra economia per cercare di ridurre gli effetti dell’industria 4.0 e come rilanciare l’edilizia. È risaputo che il settore edile resta il volano principale del manifatturiero. Fino ad ora molto ha ruotato attorno al residenziale. Il settore soffre. Non adesso, ma da anni. C’è molto invenduto e moltissimo è in pancia agli istituti di credito.
In arrivo poi c’è la trasformazione dell’ex mercato ortofrutticolo. Anni fa salutai il progetto con molto entusiasmo. Adesso sono un po’ più freddo. Non perché quell’area non debba essere riqualificata, ma per i tempi. Serve adesso? È la domanda delle cento pistole. La mia preoccupazione è che possa ingolfare definitivamente il mercato immobiliare. Insomma, aspetterei qualche anno prima di far partire il cantiere.
Un tema che però, a mio avviso, deve entrare prepotentemente nella campagna elettorale è il futuro dell’attuale Bufalini. Se non ci saranno intoppi fra dieci anni quella struttura sarà libera. Ma su cosa farne la decisione dovrà essere presa nella prossima legislatura. E, badate bene, non stiamo parlando di lana caprina. Ci si potrebbe fare di tutto. Compreso la demolizione (ad eccezione della piastra) per lasciare posto ad un parco come piace a Paolo Lucchi, fino al recupero parziale o totale da destinare ad un’infinità di usi.
È però chiaro che sarà una decisione molto importante e che dovrà essere presa al termine di un percorso non solo condiviso e partecipato, ma anche allargato quanto meno ai corpi intermedi.
Però è anche necessario conoscere il pensiero delle forze politiche. E, siccome parliamo di uno degli atti più importanti della prossima legislatura, sarebbe un bene che se ne parlasse in campagna elettorale e con dovizia di particolari. Bisognerà essere chiari con i propri elettori. Anche in considerazione del fatto che, partendo da quell’area, si potrebbe disegnare buona parte della città del futuro.
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