Prima assemblea del 2018 per un Pd che punta a un confronto con la città. Questo il documento
Prima assemblea comunale del PD del 2018 concentrata sui temi legati alla sostenibilità ambientale. Emersi anche i risultati raggiunti a livello regionale e locale. Ma l’assemblea è stata l’occasione per sottolineare, anche in modo critico, pure gli aspetti in cui è necessario dare nuovo slancio all’iniziativa politica, partendo dalle previsioni urbanistiche degli anni 2000 (evidentemente troppo ampie) ed alla sottovalutazione per tanti anni, all’interno del dibattito di partito, dei temi ambientali, spesso visti in antitesi con lo sviluppo economico e lavorativo.
Questo il pensiero di Matteo Marchi, segretario comunale, Caterina Molari e Cristina Mazzoni, responsabili di Sostenibilità e cultura ambientale.
Con questa assemblea tematica abbiamo avviato una modalità di lavoro basata su un ampio confronto con la città, con l’obiettivo di creare un nuovo progetto politico da proporre ai cesenati ed una cornice programmatica in vista delle prossime elezioni amministrative. Il nostro impegno è quello di valorizzare quanto fatto fino ad ora ma consapevoli che, per fare un salto di qualità, sia necessario ripartire da zero e dar gambe ad un pensiero politico nuovo nel quale, in maniera responsabile, si propongano soluzione concrete.
In questo marchiamo una netta differenza rispetto alle altre forze politiche: c’è chi, come il movimento Mille papaveri rossi, ci accusa di organizzare iniziative solo per lavarci la coscienza, ma evidentemente non conosce nemmeno il contesto cittadino, citando come criticità quelle che invece sono scelte lungimiranti, quali ad esempio l’acquedotto di Romagna ed il trasporto pubblico con i parcheggi scambiatori.
C’è chi, come Forza Italia e Libera Cesena, quando non pensa al circo ed al desiderio di non far rispettare le regole, si concentra solo sul centro storico, dimenticando che la gran parte dei cesenati vive nelle frazioni ed è ad un progetto che riguardi la città nella sua interezza che abbiamo il dovere di pensare.
Oppure c’è chi, come il Movimento 5 Stelle, si richiama continuamente all’ambientalismo, ma aldilà di una accademia teorica da web non sa andare, e spesso preferisce rifugiarsi nella non scelta.
Il PD si cura poco di chi sa concentrarsi solo sui parcheggi del centro storico o di chi cavalca la protesta di comitati senza poi prendere posizione su temi come la pedonalizzazione o fa un passo indietro sulla scelta di limitare il consumo di suolo. Il PD si è invece dato l’obiettivo di intraprendere un percorso serio, aperto agli iscritti ma anche ad associazioni e cittadini, che possono trovare nel PD l’interlocutore giusto per progettare insieme una città più sostenibile.
I temi da affrontare sono tanti: un corretta gestione del ciclo dei rifiuti (sui quali si dovrà pensare ad una nuova partenza della raccolta porta a porta, potenziandola); un nuovo modello di trasporto pubblico che, partendo dall’esperienza dei parcheggi di scambio, sia maggiormente al servizio di chi vive nelle frazioni più periferiche; un nuovo modello di mobilità che sia in grado di salvaguardare i luoghi della città nei quali i soggetti deboli della strada devono avere la priorità, come ad esempio le scuole; una nuova concezione urbanistica, da intendersi come strumento di pianificazione in grado di attuare le scelte strategiche sulla città, anche di carattere ambientale.
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