Interessante analisi di Graziano Gozi: dovremo essere preparati a gestire nel modo migliore possibile le trasformazioni
Che io lo consideri bravo credo non sia una novità. E non è neppure la prima volta che scrivo che Graziano Gozi, direttore della Confesercenti, potrebbe avere ruoli di primo piano a tutti i livelli. Anche perché è molto lucido ed ha una visione di prospettiva. Come dimostra in questa analisi sul centro storico che cambia.
Sono nato in Via Montalti, nel cuore del centro storico di Cesena. Quando avevo dieci anni, alla fine degli anni ’70, Via Montalti era a doppio senso di circolazione e la zona a traffico limitato non era nemmeno lontanamente nei pensieri di nessuno.
Nel Chiostro di San Francesco c’era la caserma dei Vigili del Fuoco. Mia mamma, sempre in Via Montalti, gestiva una “latteria” di circa 25 metri quadrati; come la sua ce n’erano altre tre nel raggio di 100 metri. In Piazza Almerici c’era “Minoia”, in Piazza Fabbri il “Bar Nazionale”, in Galleria Urtoller la polleria con il girarrosto e in Via Fantaguzzi “Michiletta”. I negozi erano tantissimi, tutti piccoli e gestiti quasi esclusivamente da famiglie.
Posso guardare a quel passato con nostalgia ma inevitabilmente il tempo porta cambiamenti, positivi e negativi. Oggi gli acquisti si fanno da casa con il computer o mentre si passeggia con il telefono cellulare, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Il mondo del commercio è stato attraversato da cambiamenti di vario genere su cui non entro per motivi di spazio. Ciò che è chiaro è che le attività tradizionali di vendita al dettaglio non alimentare, non sono affatto fuori dalla crisi.
Le vendite online cresceranno esponenzialmente nei prossimi anni e per riuscire a reggere le difficoltà di un mercato molto concorrenziale e con margini di guadagno nella vendita fortemente ridotti rispetto al passato, per i negozi “autonomi” (intendo non franchising) saranno indispensabili due elementi: affiancare la vendita online a quella tradizionale e puntare fortemente su qualità, ricercatezza dei prodotti e cortesia.
Le valutazioni sono molto diverse per il commercio alimentare e soprattutto per bar e ristoranti. La concorrenzialità è già elevata per cui si nota da tempo un turn over elevato con molte imprese che non riescono a reggere il mercato. Ma il settore continuerà ad aumentare l’offerta così come cresceranno i volumi complessivi di fatturato. Capita sempre più frequentemente vedere l’apertura di un bar o ristorante dove prima c’era un negozio. Gli aspetti positivi di questa mutazione sono la vivacità che il settore porta al centro storico ed anche nelle zone periferiche ed il fatto che la sfida sia quasi sempre ad opera di imprenditori locali.
Ma anche questo è un cambiamento e la conseguenza è che la città diventa più frequentata in relazione a consumi del settore enogastronomico mentre diminuiscono quelli del commercio tradizionale. Insomma, capita più spesso di fare un giro per un aperitivo o un pasto e meno per lo shopping. In questo contesto sono molto importanti gli eventi, che dovranno essere capaci di attirare visitatori non abituali frequentatori della nostra città. Saranno un vero valore aggiunto. La città cambia e per quanto possibile dovremo essere preparati a gestire nel modo migliore possibile le trasformazioni.
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