Questo l'ultimo post di Gian Paolo Castagnoli, giornalista cesenate
Questo l’ultimo post che Gian Paolo Castagnoli ha pubblicato nella sua pagina Facebook. Parla di privacy, tema diventato di scottante attualità, ma sul quale un giornalista ha a che fare tutti i giorni.
Ho un dubbio e una curiosità che mi attanagliano: questo ridicolo stupore planetario per lo scandalo della privacy violata da Facebook dipende da una imbarazzante inconsapevolezza dell’abc di tutto quello che ci circonda o da una ipocrisia che ci porta a mostrarci come anime candide minacciate da mali che sono lapalissiani e invece fingiamo di non vedere? Non entro nel merito della gravità di quanto è successo. La cosa che mi interessa è un’altra: davvero c’è qualcuno che pensa che la privacy sia tutelabile nell’era dei social e delle tecnologie invisibili e interconnesse a livello globale? L’unico modo per difendere la propria privacy sarebbe vivere una vita completamente a-tecnologica. Tutto il resto sono chiacchiere e illusioni. La verità, piaccia o no, è che nel mondo in cui le comunicazioni passano interamente tramite canali informatici la parola privacy non ha più alcun senso, se non per due categorie: gli eremiti (che tagliano il problema alla radice) e i giornalisti (intralciati continuamente nel loro lavoro da questa parolina magica sventolata spesso a sproposito e che paradossalmente ormai è un freno solo per loro).
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