2 Aprile 2025
Castagnoli

Questo l’ultimo post che Gian Paolo Castagnoli ha pubblicato nella sua pagina Facebook. Parla di privacy, tema diventato di scottante attualità, ma sul quale un giornalista ha a che fare tutti i giorni. 

 

Ho un dubbio e una curiosità che mi attanagliano: questo ridicolo stupore planetario per lo scandalo della privacy violata da Facebook dipende da una imbarazzante inconsapevolezza dell’abc di tutto quello che ci circonda o da una ipocrisia che ci porta a mostrarci come anime candide minacciate da mali che sono lapalissiani e invece fingiamo di non vedere? Non entro nel merito della gravità di quanto è successo. La cosa che mi interessa è un’altra: davvero c’è qualcuno che pensa che la privacy sia tutelabile nell’era dei social e delle tecnologie invisibili e interconnesse a livello globale? L’unico modo per difendere la propria privacy sarebbe vivere una vita completamente a-tecnologica. Tutto il resto sono chiacchiere e illusioni. La verità, piaccia o no, è che nel mondo in cui le comunicazioni passano interamente tramite canali informatici la parola privacy non ha più alcun senso, se non per due categorie: gli eremiti (che tagliano il problema alla radice) e i giornalisti (intralciati continuamente nel loro lavoro da questa parolina magica sventolata spesso a sproposito e che paradossalmente ormai è un freno solo per loro).

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