L’amaro calice della politica

Anche questa volta qualcuno dovrà berlo. A chi toccherà? E, soprattutto, quanto inciderà sulle prossime amministrative?

Chi governerà l’italia? Bella domanda. Gli scenari cambiano in continuazione. Ho sempre pensato (e detto) che in certi frangenti la politica assomiglia al calciomercato. Quindi nomi vengono fatti e bruciati in continuazione. Succede più spesso di quanto si possa pensare. E questo è uno di quei momenti. Anzi, il momento.

Allo stato delle cose l’ipotesi più probabile sembra quella di un’alleanza fra centrodestra e 5Stelle. No, non mi meraviglierei. Ho sempre sostenuto che in politica è possibile tutto e il contrario di tutto. E questo sarebbe l’esempio più classico. Però il fine giustifica i mezzi.

 

Certo, ci sarebbe chi non la prenderebbe molto bene. Uno di questi, secondo me, sarebbe Marco Travaglio, cofondatore e  direttore de “Il fatto quotidiano”. È innegabile che il giornalista, cresciuto all’ombra di Montanelli, abbia costruito buona parte della sua carriera scrivendo contro Berlusconi. Ed è indubitabile che il giornale che dirige ha sempre avversato il signore di Arcore che aveva soprannominato B., probabilmente perché la parola Berlusconi è troppo lunga per i format del titolo di quel quotidiano.

Probabilmente è per questo che Travaglio ha sempre spinto per un’alleanza 5Stelle e Pd. Ma se dovesse andare in porto l’alleanza con Berlusconi quale sarà la linea del suo giornale.

 

L’amaro calice però dovrebbe berlo anche Beppe Grillo per il quale lo psiconano non sarebbe più un avversario, ma un interlocutore.  E, attenzione. Avere a che fare con Berlusconi non sarebbe facile. Resta un furbo di sette cotte. Non avrà più il tocco magico di un tempo. Ma resta un fine stratega. Soprattutto quando ricopre un ruolo non di primissimo piano.

Ma il vero quesito è un altro: se ci fosse una simile alleanza quanto tempo durerebbe la luna di miele con gli italiani?

 

L’esperienza insegna che chi governa è destinato a perdere consensi. Nel caso specifico il pericolo rischia di essere maggiore perché in campagna elettorale è stato promesso tutto e il contrario di tutto.

 

È possibile che le promesse siano rispettate. Io, però  qualche dubbio ce l’ho. Anzi, più di qualche. Nel caso, resta da capire quando i nodi cominceranno a venire al pettine. È inutile girarci attorno, la domanda che tutti si  pongono è come soffierà il vento nel giugno del 2019?

 

E non stiamo parlando di lana caprina. Nella tarda primavera del prossimo anno si voterà per le amministrative e il traino nazionale sarà molto importante.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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