Riflessioni di Marzio Casalini
Centro, periferia, turismo e cultura. Sono i temi di alcune riflessioni di Marzio “Gataz” Casalini.
In questi anni di acceso dibattito cittadino, mi pare di poter dire che a Cesena si sia costruito un ossimoro. Gran parte del dibattito politico si è concetrato sulla questione del Centro, da molti dato per morto. In realtà è la parte di Cesena per la quale più si è realizzato. Nessuno nega che vi siano criticità e tantomeno che non debba restare alta l’attenzione, e tuttavia segnalo che Piazza del Popolo è divenuta da luogo morto a piazza frequentatissima divenendo uno dei tre volani della “movida cittadina” (gli altri sono l’area Bonci – giardini pubblici senza dimenticarci, alle mura, l’autentica piazza ritrovata del Giardino Savelli); il nostro Centro, nel complesso, è ancora fra i più frequentati in Regione e in particolare in Romagna; il numero dei parcheggi (inteso come posti auto pubblici) rispetto al numero di abitanti è il più alto di tutte le città romagnole nel raggio di 500 m dal Centro, il che non significa che non debba essere meglio servito ma la situazione non è così drammatica come viene sovente descritta.
Certamente serve un politica più incisiva sulla valorizzazione del centro, certamente Piazza della libertà ha rappresentato un “vulnus” per il Centro che deve essere rimarginato al più presto, trasformando quel luogo in posto vivo, ed essendo stato strutturato per questo fine, nella sede di tutte le attività pubbliche (da Cibo di Strada a Piazze di Cinema e, perché no, un bel mercatino di Natale e possibilmente tanto altro).
Serve anche una diversa politica di promozione turistica, anzi quella manca proprio, nel senso che vi sono poche idee e piuttosto confuse, fatte di momenti ma senza costituire una continuità, un “corpus” coerente di idee e progetti volti ad attirare visitatori a Cesena.
Abbiamo alcune eccellenze e la via non è certo quella di svenderle bensì di gestirle e coordinarle direttamente. Malatestiana, Rocca, Bonci, rapporti organici con il Vescovado, Santa Cristina, Il Monte e via dicendo rappresentano un bel polo attrattivo se unito all’enograstronomia e al paesaggio (l’Appenino, con il Garampo entra miracolosamnete in città, il mare a 14 km) un posizione che deve assolutamente essere sfruttata. Senza pensare a numeri impossibili, Cesena ha un potenziale di circa duecentomila turisti da fine settimana l’anno e l’Aula del Nuti di 50mila visitatori (di più sarebbe ingestibile). Questo potenziale deve assolutamente essere raggiunto.
La gestione diretta dei beni culturali è essenziale per sviluppare un progetto che li utilizzi come volano del turismo. Le risorse che lasciamo a Ert e Cineteca sarebbero ben più utili se sfruttate direttamente senza intermediari che, quali i fatti dimostrano, non fanno gli interessi della città: un cartellone “di risulta” legato agli interessi dei Teatri Stabili e non alla nostra vocazione, per quanto concerne il Bonci; nessun evento di rilievo per quanto riguarda la convenzione con la Cineteca di Bologna che ci costa ben 80mila euro l’anno in cambio in buona sostanza di ciò che il Centro Cinema Città di Cesena faceva già e meglio. Così come è fondamentale – laddove dovesse essere necessario per alcuni servizi, l’appalto a cooperative –, garantirsi eccellenza e addetti pagati decorosamente perché solo così vi è la certezza che vengano svolte le funzioni assegnate nel modo migliore.
Dunque, il Centro di Cesena anche al netto di una comunicazione politica dell’amministrazione attuale spesso debolissima non sta affatto così male come alcune Cassandre profetizzano. È ovvio che molto ancora va fatto ma certamente sarebbe d’aiuto se invece di dire tutti i giorni che in Centro non si parcheggia, che il Centro è in crisi, che il Centro muore, si indicasse che Cesena ha un Centro accogliente con negozi accattivanti. Sarebbe ora di cambiare registro nella comunicazione da parte di tutti, proprio per il bene del commercio in Centro.
Per esempio, al fine di facilitare l’ingresso in Centro agli anziani si potrebbero fare una convenzioni coi taxisti che coglierebbe due piccioni con una fava, permetterebbe un più facile accesso ai primi e darebbe ossigeno ai secondi.
Invece in questo inseguirsi sul centro si è finito per dimenticarsi, praticamente da parte di tutte le forze politiche, del 70% della città, cioè i quartieri di periferia. Una città viva e socialmente accogliente e coinvolgente lo deve essere in tutte le sue parti. La questione, (intendiamoci non abbiamo periferie particolarmente problematiche ma un po’ spente sì) è dare vitamine rivitalizzanti ai territori di quartiere per tornare a renderli luoghi di incontro e scambio e, perché no, di integrazione.
Qui secondo me si gioca una grande sfida e sono convinto che su questi temi si deciderà chi governerà Cesena a partire dal 2019. Un primo passo potrebbe essere tornare a rivotare per i Consigli di quartiere che, con la legittimazione del voto, dovrebbero essere centrali di proposte, iniziative e ascolto.
Questo post è stato letto 141 volte