Sul tema della sicurezza intervento di Enrico Sirotti Gaudenzi (Forza Italia)
Sul tema della sicurezza interviene Enrico Sirotti Gaudenzi (Forza Italia), avvocato e docente.
Condivido pienamente le dichiarazioni di Augusto Patrignani sulla mancanza
di sicurezza; il Presidente di Confcommercio ha colto nel segno
sottolineando quanto grave sia la mancanza di sicurezza non solo per la
nostra città ma anche per il comprensorio provinciale!
I dati che il Presidente ci riporta sono preoccupanti ma non solo: dal
dettagliato esame che ci viene offerto da Confcommercio si evince, infatti,
che “la quasi totalità degli imprenditori ritiene inefficaci le leggi che
contrastano i fenomeni criminali”!
Ritengo che sia difficile oggi affermare che “La Repubblica riconosce e
garantisce i diritti inviolabili dell’uomo”, come recita la nostra Carta
costituzionale all’art.2, quando non siamo nemmeno più liberi di girare
tranquillamente per strada o di esercitare la nostra attività senza
incorrere nel rischio di essere derubati.
Sì, perchè è questo che succede oggi giorno ai cittadini italiani, sempre
più spaventati da una delinquenza che va aumentando nelle varie città del
nostro territorio.
In pieno giorno e sotto gli occhi di tutti, senza temere nemmeno l’occhio
delle telecamere, discutibili personaggi di cui si sono riempiete le nostre
città, assalgono senza nessuna remora negozi, edicole, bar, addirittura
banche; derubano le persone per strade; e, nei peggiori dei casi, lasciano
anche segni di violenza indelebili sui corpi e sulle anime delle loro
vittime.
Il perpetrarsi di questa situazione non è più tollerabile: i cittadini si
sentono abbandonati a loro stessi e non più tutelati da uno Stato, le cui
pene inflitte a chi delinque non sono più di fatto un deterrente. Come si
può pretendere che il sistema penale italiano trovi concreta applicazione
quando queste persone non temono affatto la punizione inflitta dalle leggi
dello Stato che le ospita.
Purtroppo si parla di “certezza della pena” già dai tempi in cui il Beccaria
sosteneva che “la legge dovesse stabilire una pena la cui durezza fosse la minima necessaria al raggiungimento dello scopo”.
Oggi sposerei le parole contenute nel “Dei delitti e delle pene” per far
comprendere come la finalità della pena debba essere quella di prevenzione
sociale; proprio per questo è necessario che essa sia proporzionata al
delitto, poiché “se una pena uguale è destinata a due delitti che
disugualmente offendono la società, gli uomini non troveranno più un forte
ostacolo per commettere il maggior delitto, se con esso vi trovino unito un
maggior vantaggio”.
La “rieducazione” della pena, poi, così come prevede l’art. 27 della nostra
Costituzione non ha trovato, ancora oggi, di fatto concreta applicazione.
Relativamente ai commercianti, sarebbe ipotizzabile, come invocano in tanti,
l’introduzione di una norma che contemplasse una aggravante a qualsiasi illecito commesso a loro danno, in quanto questi, nello svolgimento delle loro attività che offrono ai cittadini utili ed importanti servizi, fanno i conti ogni giorno con una criminalità sempre più spietata.
È indispensabile quindi che i nostri parlamentari si adoperino nel rivedere
alcune norme del nostro codice penale, inasprendo le pene per alcuni illeciti che oggi vengono commessi quotidianamente, e che vengano destinate maggiori risorse alla sicurezza; forse così ci potremmo sentire ancora cittadini italiani liberi e tutelati dallo Stato al quale con orgoglio
apparteniamo.
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