A un anno esatto dalla visita del Papa a Cesena, il ricordo di Paolo Lucchi, sindaco della città
Primo ottobre 2017: una data storica per Cesena. Papa Francesco è venuto in visita in città. Ad un anno dalla visita Cesena vive ancora le emozioni di una giornata storica. Questa l’estrema sintesi del pensiero di Paolo Lucchi, sindaco di Cesena.
È passato un anno esatto dal 1 ottobre 2017, ma è difficile non ammetterlo: quella giornata, caratterizzata dalla visita di Papa Francesco a Cesena, a tanti di noi ha regalato emozioni fortissime e ricordi positivi, dal punto di vista personale, famigliare, collettivo. E se ognuno l’ha certamente vissuta con sentimenti ed approcci diversi, le parole del Papa hanno lasciato un segno collettivo, colpendo anche coloro che le hanno potute ascoltare solo nei giorni successivi.
Sin dall’atterraggio a ridosso del Carisport, nel salutare i due bimbi che lo attendevano con un mazzo di fiori e, soprattutto, con il loro carico di emozioni, il Papa ha dimostrato di essere totalmente consapevole di quanto per tutti noi fosse importante essergli vicini. Ed i suoi interventi successivi sono stati la conseguenza di questa consapevolezza.
Tanto che in questi 12 mesi molti hanno commentato, utilizzandole come riferimento valoriale, le parole che il Papa ci ha dedicato in Piazza del Popolo, nel corso di una straordinaria lezione civica e politica ed interpretando totalmente la nostra comunità (che evidentemente il Vescovo Regattieri gli ha descritto al meglio) e la Romagna. Quanto a me, le tengo sempre ben presenti, consapevole come sono dei miei limiti personali, di quelli del mio agire amministrativo e politico, ma anche certo di come i cesenati siano tra coloro che, anche in questi anni di crisi di rappresentanza e di visione, hanno meno di altri “balconato la politica”.
Lo abbiamo dimostrato anche durante la visita, ognuno facendo la propria parte. Gli oltre 900 volontari all’opera sin dalla notte precedente, hanno garantito un’immagine di efficienza che ha reso orgogliosi loro stessi e coloro che si accalcavano lungo le strade e nelle piazze, così come le Forze dell’ordine, giunte da tutto il territorio e la Polizia municipale, hanno garantito il rispetto delle norme di sicurezza, ma sempre con uno spirito accogliente.
Un anno fa, insomma, a Cesena tutto ha funzionato al meglio. Lo ha ammesso anche la Gendarmeria vaticana, ringraziando per tutti noi Don Walter Amaducci, per il grande lavoro di coordinamento garantito in mesi impegnativi (che per il Comune hanno visto all’opera tanti, ma soprattutto Carlo Battistini, Christian Castorri, Matteo Marchi, Simona Benedetti, la struttura tecnica coordinata da Manuela Mei, Gualtiero Bernabini, Paolo Carini), cementando l’orgoglio d’appartenenza ad una comunità che, quando serve, continua a dimostrare di sapere fare squadra, lavorando a testa bassa “alla Romagnola”, sino a che tutto non è messo a punto.
Qualche mese fa ce lo hanno riconosciuto anche le migliaia di bolognesi che, in Piazza San Pietro, durante la comune visita al Papa del 21 aprile, su invito di Gianni Morandi hanno cantato, emozionandosi, “Romagna mia”.
È passato un anno esatto da quel 1 ottobre: una giornata durante la quale Papa Francesco ha lasciato su Cesena ed i cesenati, un segno di valori e di certezze umane che nessuno di noi potrà dimenticare.
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