Roberto Masini prende il posto di Giacomo Bedeschi. Buono il primo editoriale
Nuovo timoniere al Corriere Romagna. Da oggi Roberto Masini prende il posto di Giacomo Bedeschi che ha lasciato l’incarico per motivi personali. Resta comunque alle dipendenze del giornale.
Masini è il sesto direttore del quotidiano. Il primo fu Federico Fioravanti. Poi toccò a Claudio Casali, quindi a Maria Patrizia Lanzetti, poi Stefano Tamburini, di nuovo Patrizia Lanzetti, poi Pietro Caricato, quindi Bedeschi ed ora Masini. Tamburini a parte, sono sempre stati cambiamenti nel segno della continuità. Così come lo sarà questo. Del resto Roberto Masini da 25 anni è l’anima del giornale essendo il caporedattore.
Masini è bravo. Premetto, siamo amici da 30 anni e per più di 25 siano stati colleghi. Però penso di poter garantire che il giudizio non è
condizionato dalla conoscenza. “Robo” è bravo sia come uomo macchina che come giornalista vero e proprio. Ma sa anche fare gruppo. Comunque sarà il tempo a confermare o meno il giudizio.
Intanto mi è piaciuto il suo editoriale di saluto. È stato concreto, come mi aspettavo che fosse. Soprattutto non ha promesso di stupire con effetti speciali. Quello è uno dei pericoli a cui d
Si può andare incontro nel primo editoriale.
Ma sono due i passaggi che credo siano da sottolineare. Il primo è quando scrive: noi crediamo ancora nel valore dell’informazione e del rispetto. Rispetto per la notizia, certamente, ma soprattutto per le persone coinvolte.
Ma anche; non crediamo che vinca chi “urla” di più, ma chi “si parla” di più. È ancora: è più facile urlare ed offendere piuttosto che parlare e confrontarsi.
Secondo me sono segnali forti in un momento in cui il dialogo all’interno delle nostre comunità è sempre più inquinato da notizie false, urlate, manipolate e distorte ad arte. In questo momento è più difficile abbassare i toni. Ma non è remissività, è coraggio. Fare un giornale urlato sarebbe anche più facile. Più difficile farlo riflessivo. È più complicato, ma, io credo, anche più tranquillizzante per i lettori che hanno bisogno di avere certezze invece di essere continuamente stupiti con effetti speciali. E, io penso, sarà quello che prima o poi si chiederà anche alla politica. Buon lavoro.
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