Sì correrà domani. È uno dei percorsi più belli (forse il più bello) delle podistiche romagnola. Ne parla il sindaco
Mi dispiace non esserci, ma sono fuori e devo saltare il Giro dei Gessi. Assieme alla San Giovanni è l’appuntamento più atteso del podismo cesenate. È una di quelle corse in cui anche un runner poco competitivo come me guarda con particolare interesse. Solo per questa e per la San Giovanni nella settimana precedente sto attento all’alimentazione (senza integralismo, per carità) e la mattina della corsa mi sveglio per tempo per fare esercizi di respirazione.
Chi è molto più competitivo di me è certamente Il sindaco. È proprio Paolo Lucchi a parlare della podistica che si correrà domani mattina e che, come tracciato, non ha eguali.
La 43sima edizione del Giro dei Gessi che prenderà il via domani domenica 4 novembre alle 9,30, rappresenta la nostra “Classica d’autunno”, così come la Notturna di San Giovanni è la nostra “Classica d’estate” e ci consente di poter proporre ai romagnoli uno straordinario palcoscenico del meglio di ciò che siamo dal punto di vista sportivo, organizzativo, paesaggistico, sociale.
E così domenica mattina, con partenza dall’Ippodromo, ci troveremo di fronte un lungo serpentone di runner e camminatori e li vedremo inerpicarsi sulla Diavolessa, scendere precipitosamente verso Ponte Abbadesse (passando di fronte al cimitero monumentale), affrontare la durissima salita dei Gessi da Rio Eremo, percorrere le nostre colline in attesa dello strappo spaccagambe del Monte, attraversare i giardini pubblici in vista, dopo poco più di 15 chilometri, del sospirato traguardo collocato proprio all’interno della pista che in estate vede in gara i trottatori.
Ad organizzare il tutto il G.P. Cesenate, cui da 43anni affidiamo una parte della nostra immagine collettiva nei confronti di un mondo – quello dei runner, dei camminatori, dei praticanti di nordik walking – che sta crescendo sempre più e che trova nel sodalizio umano e sportivo di qualità coordinato dallo strepitoso Elio Berardi (un romagnolo vero, che si mette a disposizione degli altri sempre con il sorriso sulle labbra), un esempio di perfetta organizzazione sportiva e di grande attenzione per i temi della sicurezza di chi si muove a piedi per piacere e per benessere fisico.
Se nel 2014 siamo stati “Città europea dello sport”, lo dobbiamo soprattutto ad un mondo del volontariato che, in ambito sportivo, si muove spesso in silenzio, senza esaltare troppo i propri risultati ma che ha contribuito a cambiare in meglio il volto di una città come la nostra, che può contare su oltre 24.000 praticanti, individuabili in ogni fascia anagrafica e sociale.
Per questo mi auguro che l’impegno di Elio e degli altri amici non rallenti mai, poiché so bene come lo stesso sia sempre vissuto all’insegna di quei valori di solidarietà che, cementando il rapporto tra le persone, sono anche di forte insegnamento per i più giovani.
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