Apprezza la sua disponibilità a ricandidarsi. E invita a declinare in ambito locale il suo Patto per lo sviluppo
Stefano Bonaccini è disponibile a ricandidarsi per guidare la Regione Emilia Romagna. In estate si parlava di un suo possibile passo indietro. Ipotesi smentita dallo stesso Bonaccini già a inizio ottobre in un’intervista pubblicata sul Corriere di Bologna. Sulla disponibilità di Bonaccini interviene Paolo Lucchi, sindaco di Cesena. Questa la nota.
Quando un amministratore pro tempore della cosa pubblica mette assieme visione, disponibilità, concretezza, crea un valore aggiunto per la propria comunità.
Si tratta delle caratteristiche che in questi anni da Presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini ha dimostrato di possedere e che, anche per questo, non sono mai state messe in discussione neppure dagli avversari politici.
Perché é vero che l’Emilia-Romagna, se vista con gli occhi degli altri italiani, rappresenta un esempio di qualità della vita; perché è certo che i nostri dati relativi alla sanità, all’economia, alle imprese, ci pongono in testa a tutte le graduatorie nazionali; perché è evidente che la crisi economica e sociale che ha colpito duramente l’intero Paese, nella nostra Regione denota ormai i segni di una inversione di tendenza.
Ma è altrettanto certo che nulla di tutto questo sia casuale: per governare processi complessi, che coinvolgono la vita di milioni di donne ed uomini, servono amministratori pubblici in grado di conoscere, ascoltare e poi di scegliere. Amministratori come Stefano.
Al quale invidio una capacità – quella di disegnare, sin dall’avvio del suo mandato, i contorni del “Patto per lo sviluppo” sottoscritto nel 2015 con le forze economiche e sociali della nostra Regione – alla quale dovremo rifarci ad ogni livello di gestione del territorio, nazionale e locale, soprattutto in questa fase nella quale servirà sempre più favorire una competizione di idee tra coloro che hanno a cuore la narrazione di un Paese costruito non solo sui post e sui tweet.
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