Viviamo una situazione surreale. E non si vedono sbocchi
È difficile, anzi impossibile, dare una definizione sui politici nazionali senza rischiare di correre il rischio di prendere una querela per diffamazione. Però, che un aggettivo che mi sembra vada bene: surreale. Ma non per definire i politici, ma per fotografare la situazione attuale. Dal maggio del 1976 ho iniziato ad occuparmi di giornalismo, ma ad un quadro come quello attuale non ho mai assistito.
Questa la situazione: lo spread sfiora i trecento punti, si corre il rischio di una terza recessione, il mondo imprenditoriale è in rivolta e corriamo il rischio di incorrere in un’infrazione europea che potrebbe essere devastante. Mentre la Camera sta votando una manovra che dovrà cambiare radicalmente, il governo cosa fa per modificarla? Un vertice a tre (un avvocato e due politici bravi negli annunci) senza ministro dell’Economia. Però non ci possono essere annunci perché domani c’è una manifestazione convocata della Lega. Ma martedì ci sarà un vertice in Europa. Comunque è stato deciso che i tagli saranno inferiori a quelli richiesti perché… Lega e 5Stelle non si potranno presentare a mani vuote alle elezioni Europee di maggio. E in tutto questo il Pd cosa fa? Litiga. Nove mesi dopo la scoppola elettorale non ha ancora dato risposte convincenti e ha indetto il voto delle primarie per scegliere il segretario il tre di marzo, esattamente un anno dopo la tornata elettorale più catastrofica per la sinistra italiana. Intanto i piddini romani occupano il tempo litigando e ipotizzando scissioni.
No, signori: non siamo su Scherzi a parte. Questo è lo scenario che ci sta regalando la nostra classe politica. Un quadro che potrebbe essere inaccettabile per una riunione di un condominio. Figuriamoci per chi ha in mano (maggioranza e opposizione) le sorti del paese.
Mi viene in mente un gioco di carte che mi divertiva molto: roversino o ciapa no, tressette a non prendere. Però c’è una sostanziale differenza: il roversino è un gioco molto difficile e per vincere bisogna essere bravi. In questo caso il ciapa no è la diretta conseguenza di un’incapacità di gestire la cosa pubblica, in particolare in un momento delicato. Non so voi. Io sono sconcertato. E, credo, come me, lo saranno milioni di italiani. A partire dai sei milioni di elettori della sinistra. Ma io credo siano di più. Perché ci unirei anche una parte di coloro che hanno votato 5Stelle preferendo il salto nel vuoto pentastellato per poi ritrovarsi come leader Salvini. Cosa faranno? Questa mattina se lo chiede Il Manifesto. Domanda legittima e pertinente alla quale, però, nessuno sa dare una risposta.
È chiaro, servirebbe una proposta diversa. Il problema non è il nome, ma l’offerta politica. Serve dare una risposta alle persone. Qualcosa di sinistra, ma moderna. La società si è evoluta e con essa la proposta politica. Compresa quella della sinistra. I valori progressisti e solidali non sono cambiati, ma ora devono essere declinati in maniera differente. Ma serve farlo in modo chiaro. Andando tra la gente avendo il coraggio delle idee. Anzi, la forza delle idee.
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