La campagna elettorale fatica a decollare. Del resto a tre mesi dal voto mancano ancora dei candidati (boh). Nessuno poi parla delle politiche di bilancio
Non ho ancora capito quale sarà il tema dominante della prossima campagna elettorale. Ma come, mi si potrebbe obiettare, ancora non si conoscono i nomi di tutti i candidati a sindaco e tu vuoi parlare di programmi.
Anche questo è vero. Onestamente a me sembra paradossale vedere che a poco più di cento giorni dal voto amministrativo non siano stati indicati tutti i candidati. Poi non capisco come in tre mesi una persona possa: fare alleanze, scrivere il programma cercando condivisioni e fare la campagna elettorale.Se questa è la nuova politica io rimpiango la vecchia.
Ma torniamo ai programmi. Lattuca era partito bene parlando di welfare. Poi si è un po’ fermato. Adesso si agisce di fioretto disquisendo sull’urbanistica. È facile immaginare che fra un po’, soprattutto sulla spinta della Lega, si parlerà di criminalità. Non è poi escluso che sia messo sul tappeto anche il tema della città smart, argomento che non mi dispiacerebbe. Inevitabilmente (e giustamente) si parlerà di ambiente. Come era prevedibile ha già cominciato Davide Fabbri, ma presto ne arriveranno altri.
Stando così le cose quasi quasi comincio a sentire la nostalgia dei parcheggi e di piazza della Libertà, temi gettonatissimi nelle ultime quattro campagne elettorali. Scherzi a parte, io credo che sia un bene l’assenza di un argomento nazional popolare. Finalmente dominerà la politica. O, dovrebbe. È però assurdo che questo succeda proprio nella prima elezione in cui il vero protagonista sarà Facebook. Il mezzo più qualunquista che c’è. Ma se fosse così sarebbe un bene.
Ed allora provo a lanciare un tema: il bilancio. Chi mi conosce sa che l’ho sempre considerata la madre di tutte le politiche. Perchè tutto passa dai soldi.
Ed allora mi piacerebbe sapere quali saranno le politiche di bilancio che intendono adottare i vari candidati. Adesso il Comune ha i conti a posto. È possibile perché Battistini ha fatto scelte chiare: basso indebitamento, dismissioni e accantonamenti alti, soprattutto nei primi anni di mandato. Una scelta quella dell’indebitamento che all’inizio non mi convinceva. Ma sbagliavo. Anche a tassi di interesse bassi conviene ridurre il debito pubblico. Così si garantisce più margine di manovra nel bilancio ordinario.
Ma ci sono anche scuole di pensiero diametralmente opposte. Quindi mi piacerebbe sapere quale preferiscono i singoli candidati. Con che avanzo primario intendono agire; quale sarà la percentuale degli investimenti e come si intende finanziarli (dismissioni o mutui?); quali e quanti saranno gli accantonamenti.
Solo a quel punto si comincerebbe a capire quanta e quale sarà la capacità di spesa.
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