Cooperazione, risorsa per lo sviluppo dei territori
Mauro Neri e Mirco Coriaci, rispettivamente presidente e direttore di Confcooperative Forlì-Cesena, riflettono sul ruolo strategico dell’organizzazione a 70 anni dalla fondazione (luglio 1949), con particolare riferimento alle politiche di sviluppo dei territori decentrati della collina e della montagna romagnola.
ll bilancio di Confcooperative Forlì-Cesena, in termini di cooperative associate, si è chiuso a fine 2018, con un saldo di + 13. Non siamo unicamente di fronte ad un numero positivo, che può gratificare chi vive di cooperazione ogni giorno, siamo in un contesto che impone una riflessione sulla validità dello strumento cooperativo per gli anni a venire.
“Credo – afferma Mirco Coriaci, direttore di Confcooperative Forlì-Cesena – che questo risultato rappresenti la grande voglia di costruire insieme, di riaffermare il concetto di comunità e la capacità di progettare soluzioni in gruppo, anche in presenza di forti difficoltà. La cooperazione, quella vera, basata sui valori di condivisione delle idee e di centralità della persona, sta emergendo dalla crisi economica come un’opportunità, una risorsa in grado di valorizzare l’ingegno, la creatività e la passione degli individui per progettare soluzioni di sviluppo”.
Nel 2019 Confcooperative Forlì-Cesena taglia un traguardo importante: i 70 anni di fondazione, una ricorrenza che l’organizzazione intende celebrare con diversi obiettivi di condivisione: innanzitutto con le cooperative e i cooperatori, che di questa storia sono i veri protagonisti, in secondo luogo con l’intera comunità, perchè Confcooperative è in continuo dialogo con i territori ed intende svolgere un ruolo propulsivo per lo sviluppo, infine con le strutture interne locali, regionali e nazionali, al fine di migliorare continuamente il proprio ruolo di rappresentanza ed i servizi per le imprese socie. Proprio quest’ultimo punto impone una riflessione sull’auspicato accorpamento romagnolo delle tre organizzazioni territoriali, ad oggi compiutosi solo in parte con la fusione di Ravenna e Rimini e con Forlì-Cesena che è rimasta alla finestra.
“Credo che si arriverà comunque ad un’unica organizzazione romagnola – afferma Mauro Neri, presidente di Confcooperative Forlì-Cesena – non vogliamo arrivarci motivati unicamente dal concetto che ‘grande è bello’, ma con un progetto e con obiettivi specifici, in ordine ad un reale miglioramento delle opportunità che potremmo offrire alle cooperative associate. Fondere associazioni non è come accorpare imprese di capitale dove chi è più forte ha il sopravvento sugli altri: nel nostro caso siamo di fronte a persone, a valori e l’unica motivazione è la qualità che, insieme, potremo esprimere a vantaggio della nostre cooperative. Serve ancora uno sforzo, un gradino da salire… ma confido che ci arriveremo”.
Confcooperative vive nei territori e da sempre ha basato la propria forza nella creazione di imprese in grado di soddisfare bisogni delle comunità e dei loro abitanti: questo scenario è sicuramente più reale oggi rispetto ai tempi passati.
“In effetti – continua Neri – nei nostri comprensori, specie a monte della Via Emilia, registriamo difficoltà nella sostenibilità delle comunità locali: spesso mancano i servizi di base che un tempo assicurava l’Ente Pubblico, in certi casi mancano anche i luoghi di aggregazione sociale… Per la cooperazione si aprono, quindi, praterie infinite per costruire quei servizi minimi al fine di garantire una serena convivenza; non mi riferisco unicamente alle cooperative di comunità, ma anche ad altre iniziative, quali case di accoglienza per mamme in difficoltà che, in contesti come i paesi dell’entroterra, possono ricostruire meglio che in città un proprio processo di inclusione e, grazie ai propri figli, mantenere in vita le scuole dei piccoli paesi, in certi casi a rischio di chiusura. Altra emergenza riguarda il mondo agricolo, dove il piccolo imprenditore ha bisogno di un’organizzazione intermedia per un adeguato inserimento sul mercato. Ho accennato solo ad alcuni ambiti, in cui la cooperazione può essere una risorsa, in realtà ce ne sono tanti altri: tutto ciò ci spinge a riaffermare il nostro ruolo come forza, in grado di dare il proprio contributo alle comunità locali, anche grazie ad un confronto franco con tutte le forze politiche che hanno l’onere di governare tali territori”.
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