Questo il filo conduttore dell’assemblea della Uil di Cesena.
Ripartire dalla dignità del lavoro, questo il filo conduttore dell’assemblea delle delegate e delegati della Uil di Cesena. Ampia partecipazione a questo appuntamento, con la relazione del segretario Uil di Cesena Marcello Borghetti, gli interventi e le conclusioni del segretario Regionale Uil Giuliano Zignani, che hanno insistito sulla necessità di opporsi ad un modello di società della paura, della divisione, e dello sfruttamento.
Il peggioramento del quadro economico, dimostra che le prove muscolari, l’istigazione continua alle paure e la perenne campagna elettorale, non risolvono i problemi del lavoro, dei pensionati e dei giovani. Senza sbloccare gli investimenti in infrastrutture e in una diffusa manutenzione, è difficile pensare di sostenere la ripresa dell’intero sistema produttivo e quindi dell’occupazione.
Senza uno sviluppo consistente, impossibile dare una risposta a sostegno dei redditi, dei consumi, dei bisogni sociali e delle fragilità. Ma sbloccare i cantieri significa sburocratizzare e non reintrodurre il massimo ribasso, che ha causato incrementi di costi, corruzione, lavori non fatti o fatti male e sfruttamento del lavoro. Il Paese ha bisogno di lavoro piuttosto che sussidi.
Per questo occorre abbattere il cuneo fiscale per diminuire le tasse a chi le paga e a chi produce lavoro di qualità. Senza politiche industriali e investimenti, il Paese è condannato ad una competizione al ribasso dove impera lo sfruttamento del lavoro. Il precariato è una dominante che soffoca la fiducia nel futuro, l’illegalità si insinua nel tessuto economico con forme di sfruttamento ai limiti della schiavitù.
Su questi temi ha la responsabilità di un cambio di passo questo Governo, che deve fare scelte e che deve dare valore al confronto con i corpi sociali. Su questi temi ha responsabilità la politica locale, che troppo timidamente parla di lavoro e di lavoratori. La Romagna è una cenerentola di una Regione dove la parte Emiliana, ha goduto di politici più attenti. La politica per eterne divisioni, non ha saputo costruire un cartello, per rivendicare ad esempio infrastrutture di qualità a partire dai collegamenti viari.
Raggiungere la costa, oppure transitare da Cesena a Rimini, a Forlì o Ravenna è una impresa, per non parlare del declassamento tristemente famoso della E45. Il territorio ha redditi bassi, una contrattazione di secondo livello al palo, una preoccupante disapplicazione di contratti sottoscritti dai sindacati rappresentativi, problemi di precariato, e di legalità, ma si preferisce parlare d’altro. Le vicende delle banche sono passate nel silenzio quasi generale e le crisi aziendali, quali quelle di Ged e tante altre, di queste settimane, sono vissute senza vere prese di posizione. Dunque basta la presenza di alcune grandi imprese a coprire queste diffuse lacune per affrontare le sfide dello sviluppo e dell’automazione? La Uil pensa di no! Questa è sempre stata l’agenda della Uil e su questi temi continueremo a stimolare il dibattito per costruire un vero patto per lo sviluppo per il benessere e per la coesione.
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