Enrico Sirotti Guadenzi (Lega) critico con le dichiarazioni del sindaco di Cesena e del suo vice
Sul rimborso ai truffati delle banche Enrico Sirotti Guadenzi ((Lega) replica a Paolo Lucchi e Carlo Battistini, sindaco e vice di Cesena. La nota.
Il Pd cesenate strumentalizza anche la dolorosa vicenda della crisi del settore bancario per mera propaganda elettorale. Ci è toccato leggere nei giorni scorsi una dichiarazione del sindaco e del vicesindaco ormai uscenti che non sta né in cielo, né in terra. ‘Il Governo dà sostegno ai veneti e non ai romagnoli’, hanno affermato con una frase ad effetto a proposito delle sorti dei risparmiatori e degli azionisti danneggiati. Ma le cose non sono andate così e sindaco e vicesindaco dovrebbero saperlo.
Essendo da sempre dalla parte degli azionisti e dei risparmiatori, voglio sottolineare come le vicende che hanno coinvolto le numerose banche del territorio nazionale siano ben diverse tra loro. È facile parlare genericamente di ‘risparmiatori’, celando volutamente differenze sostanziali e cercando di scaricare le colpe dei Governi precedenti su quello attuale.
Il problema non è trovare lo ‘sponsor’ come sostiene il sindaco ma, al contrario, dimostrare relativamente alle vicende che hanno portato alla liquidazione o alla risoluzione di alcune realtà creditizie – situazioni diverse da quelle che hanno coinvolto la Cassa di Risparmio di Cesena e di Rimini – come i risparmiatori siano stati letteralmente truffati ‘con violazioni massive degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza, buona fede oggettiva e trasparenza (misselling)’.
Dov’erano coloro che oggi si atteggiano a ‘grilli parlanti’ quando si innescò la crisi delle principali realtà creditizie della nostra città? E cosa hanno fatto per dar voce agli azionisti e ai risparmiatori? Ci si ricorda solo ora di fare un appello?
Ricordiamoci che la Cassa di Risparmio di Cesena presentò, nel 2015, un bilancio con una perdita pari a 252 milioni di euro quando i Governi Renzi e, successivamente, il Governo Gentiloni erano impegnati a mettere in atto strumenti impotenti (mi riferisco al fondo Atlante) e provvedimenti improvvisati volti a snaturare il sistema bancario del nostro Paese, privandolo, peraltro, di tutte quelle realtà creditizie radicate nel nostro territorio (mi riferisco al decreto salva-banche che ha duramente risolto quattro banche nel mese di novembre dell’anno 2015; alla riforma delle banche di credito cooperativo ed a quella delle banche popolari). Francamente non posso immaginare che un sindaco non ne sia a conoscenza”.
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