A Palazzo del Ridotto ha partecipato ad un incontro dal titolo: le parole giuste non sono mai strillate.
Se ancora avevo qualche dubbio adesso non ne ho più: il salvinismo non fa per me. Ho sempre condiviso lo stile di Gentiloni e non ne ho mai fatto mistero. Oggi, sapendo che sarebbe venuto a Cesena, non sono voluto mancare proprio per capire se la mia sensazione era giusta. E, come prevedevo, la conferma è arrivata.
All’incontro (molto partecipato) erano presenti anche Enzo Lattuca e Sandro Gozi. Il titolo era molto stimolante: le parole giuste non sono mai strillate.
Attenzione, però, non strillare non significa non dire o non fare le cose. Gentiloni non ha risparmiato critiche al governo, ma lo ha fatto senza usare toni esagerati o maleducati. E, soprattutto, senza considerare gli avversari dei nemici, ma dei concorrenti.
È un modo completamente diverso di fare politica rispetto a quello al quale assistiamo in questo ultimo periodo. Un modo di fare politica che si basa sulla concretezza e, soprattutto, sul buonsenso.
Non è forse un caso che mentre parlava Gentiloni mi sono concentrato sulla discrezione intelligente di keynesiana memoria. Tendenzialmente fra le due cose non dovrebbe esserci nessun nesso. Invece hanno come punto di riferimento lo stesso sostantivo: buonsenso che è la capacità naturale, istintiva, di giudicare rettamente, soprattutto in vista delle necessità pratiche.
E diventa fondamentale in casi come in economia, dove non ci sono leggi ferree che si impongono con la necessità delle leggi naturali e, quindi, una discrezione intelligente può sempre prevalere su regole stupide. La discrezione intelligente, orientata al bene comune, esige, però, classi dirigenti capaci di esercitarla.
E per essere capaci di esercitarla innanzitutto serve elasticità, onestà intellettuale e, soprattutto, quel buonsenso che è un elemento molto importante non solo in politica, ma a tutti i livelli.
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