Scalda la folla pur senza usare toni populisti
Esame superato. Su Zingaretti ero molto curioso. I giudizi di colleghi che lo conoscono erano buoni. Nonostante tutto però restavo agnostico. Innanzitutto in attesa di capire come si muovesse da leader dal punto di vista delle strategie. Per ora il giudizio è positivo, ma ancora rimane sospeso: serve più tempo per una lettura definitiva.
Una valutazione però può essere fatta anche vedendolo di persona. Certo, è un sentimento diverso, più a pelle. Non c’è niente di “analitico”, solo una sensazione. Qualcosa di personale al quale, nell’epoca dominata dall’algoritmo, continuo ad affidarmi senza, però, fidarmi eccessivamente della televisione. Soprattutto per quello ieri sera sono andato al giardino pubblico a sentirlo. L’ho fatto con un approccio molto laico. Per capire. Naturalmente sapendo che dal punto di vista dei contenuti non ci sarebbe potuto essere niente di nuovo.
Devo dire che Zingaretti mi è arrivato. Mi ha preso perché mi è sembrato “politicamente onesto”. Cerco di spiegarmi. Non mi sono mai piaciuti i politici con la promessa facile che, di solito, sono quelli che arringano le folle con promesse fantasmagoriche tipo “meno tasse per tutti” o “espelleremo 600 mila clandestini” e via dicendo. Preferisco politici più concreti che parlino più alla testa e meno alla pancia. E Zingaretti quella impressione me l’ha data. D’acchito mi è sembrato tranquillizzante.
Certo, non è un un arruffapopolo (nel senso buono) come lo erano Berlusconi o Renzi, o lo sono Salvini e Grillo. Questo non vuol dire che sul palco non ci sappia stare. Il suo posto lo tiene. Eccome. Sa quali tasti spingere e come conquistare l’applauso. Però non cerca mai di stupire con effetti speciali. Anche il linguaggio del corpo lo sa usare, ma non lo enfatizza. L’impressione è che certi gesti (quelli che prendono) sia naturali e non ricercati. Certo, sarebbe più facile promettere meno tasse per tutti che non preoccuparsi del fatto che in questi anni sono aumentate le disuguaglianze sociali e che per ripartire bisogna aumentare i redditi da lavoro intervenendo sul cuneo fiscale.
È piaciuto quando ha parlato di ambiente, ma senza una visione integralista, citando Greta Thunberg, ma non strumentalizzandola. Ma ha scaldato i cuori quando ha usato il sostantivo “unità”. Insomma, l’impressione è che Zingaretti sappia toccare i tasti giusti senza però abbandonarsi alla vacuità che, spesso, è propria del populismo. Una strada più difficile, ma interessante.
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