Allarme casa, problema irrisolto

Pensare che potrebbe essere l'uovo di Colombo

Emergenza casa, resta l’allarme rosso. Anche oggi A Sinistra mette il dito sulla piaga. Lo fa denunciando comportamenti discriminatori verso gli stranieri in cerca di un alloggio. È un aspetto di un problema, quello della casa, che è ben lungi dall’essere risolto. La risposta deve arrivare dal governo centrale.

Fra l’altro in un momento in cui si sottolinea la necessità di rilanciare gli investimenti, farlo anche attraverso un corposo Piano Casa nazionale aiuterebbe in due direzioni: sollievo all’economia e a chi è in cerca di un tetto. Fra l’altro si potrebbe utilizzare una fetta dei contributi che dovrebbero arrivare dall’Europa.

La necessità di occuparsene è ben in evidenza anche nel Rapporto Colao, che ritiene che il governo dovrebbe “sostenere un piano di investimenti finalizzato a potenziare un’offerta abitativa economicamente accessibile, socialmente funzionale ed ecosostenibile, attraverso la messa a disposizione di immobili e spazi pubblici inutilizzati da sviluppare con fondi pubblico-privati da offrire sul mercato a prezzi calmierati”.

Secondo lavoce.info è possibile un piano da dieci miliardi in quanto I tassi di interesse dei finanziamenti bancari particolarmente favorevoli offrono l’opportunità di promuovere un piano edilizio di alloggi pubblici, di grande rilievo per importo dell’investimento e per impatto sociale, che contemporaneamente può dare un contributo al rilancio dell’economia e dell’occupazione. Questo perché è stato calcolato un moltiplicatore dell’investimento in edilizia che oscilla tra 1,9 e 2,9. Di conseguenza, l’investimento ipotizzato metterebbe in moto un volume complessivo di attività compreso tra circa il doppio e il triplo del suo importo.

Sempre secondo lavoce.info con i dieci miliardi ipotizzati si potrebbero realizzare centomila abitazioni di superficie media intorno ai 60-65 metri quadri, cioè appartamenti con cucina, soggiorno e due camere da letto, oltre ad accessori. La progettazione e direzione lavori dovrebbe essere affidata agli uffici tecnici dei comuni e degli altri enti (come Iacp e Aler), che dovranno mettere a disposizione anche le aree e gli immobili su cui realizzare gli interventi. Il programma dovrebbe essere incentrato sugli interventi di recupero, demolizione e ricostruzione, trasformazione di destinazione d’uso degli immobili già esistenti. Tutto passerebbe attraverso la gestione di Comuni e Regioni che diventerebbero proprietari delle abitazioni. In sostanza, il governo dovrebbe, dunque, solo promuovere il programma, ponendo fine alla lunga latitanza degli esecutivi precedenti sulla politica per la casa.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.