La curiosità per la macchina comunale con la guida a destra è molto forte. Cosa raccontiamo agli amici di Faenza? Come sta andando a Forlì dopo quindici mesi di nuova amministrazione?
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Parlando con gli amici che vivono nella città di Manfredi il discorso cade inevitabilmente sulla novità espressa dalla giunta di Forlì.
Faenza è sempre stata “bianca” nel cuore. La curiosità per la macchina comunale con la guida a destra è molto forte.
La manovra d’attacco è simile a quella già vista a Forlì. Candidato rassicurante e mite. Ampio schieramento di liste civiche in scheda. Palla bassa sulle polemiche (come le ignobili parole rivolte a Matatia) e marcatura a uomo sul mondo delle parrocchie e dell’associazionismo.
I registi storici del centrodestra orchestrano a centrocampo. Sembrano in panchina, ma in realtà sono implacabili. Quando serve, chiamano in causa l’uomo del Papeete con la clava dei social o lo espongono dal balcone.
Quindi? Cosa raccontiamo agli amici di Faenza? Come sta andando a Forlì dopo quindici mesi di nuova amministrazione?
Quelli che hanno perso ovviamente, sono ancora sotto shock. Un consiglio: Ripijatevi.
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La maggior parte del fan club leghista è ancora in luna di miele, lo si capisce dai commenti con i cuoricini sui social network.
L’estrema destra ha litigato furiosamente.
Il mondo cattolico che ha puntato sul cambiamento tace, ma è sempre più inquieto. Ha ottenuto poco dal cambio di casacca e la crisi del coronavirus ha colpito duramente alcuni dei suoi baluardi, come la scuola paritaria e le imprese sociali. Non è colpa del municipio, ovvio, ma le luci sui campanili pagate dal Comune contano poco e forse imbarazzano l’orgogliosa autonomia dei credenti.
Dopo quindici mesi il bilancio, nel bene e nel male è fatto di lasciti del passato.
Sono arrivate medicina e l’aeroporto, roba su cui si lavora da un milione di anni. Ma Alea — la municipalizzata che ha preso il posto di Hera su iniziativa di Balzani e del suo successore Drei — ha lasciato una quantità di scorie difficili da gestire.
Tutte le volte che il vice di Zattini Daniele Mezzacapo la difende pubblicamente partono salve di pernacchie bipartisan dei forzati del bidoncino.
I forlivesi ricordano le promesse anche su un altro tema. Quando è esplosa la vicenda della variante ad hoc per aprire un nuovo megastore la città è insorta: non dovevate aiutare il centro storico?
Già, il centro.
Il centro storico di Forlì, nonostante il video psichedelico di Andrea Delogu (che deve avere visitato un’altra Forlì, forse nel Michigan), è sempre uguale. Tanto che un pezzo della giunta preme per riportarci le automobili.
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Il centro storico di Faenza, invece, è un gioiellino.
Sarà perché ci organizzano gli eventi (a Forlì usano l’aeroporto per i drive-in, perché il filosofo di riferimento è Arthur Fonzarelli), ma è opinione comune in Romagna che Faenza sia una delle poche città che abbia non solo mantenuto, ma rafforzato l’affezione dei suoi cittadini alla piazza.
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Poi ci sono gli epic fail.
Quelle 4-5 vicende che hanno proiettato Forlì all’attenzione dei media nazionali. L’ultima è quella del nuovo centro commerciale finita sul Fatto Quotidiano.
Diciamo un epic fail ogni 3 mesi, circa. Ma ne parleremo in una prossima puntata.
E voi? Siete di Faenza o di Forlì? Dite la vostra nei commenti: cosa ne pensate?
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