Troppi errori e poca autocritica
CESENA. L’esplosione della seconda ondata dell’infezione da Covid sta creando molti problemi, al di là di quelli sanitari. Uno dei motivi è la delusione. I dati estivi avevano inculcato in molti l’idea che il peggio fosse passato e tornare alla cruda realtà dell’emergenza è stato un brusco risveglio che ha riportato di stretta attualità anche i rischi per l’economia. Poi è cambiato il clima. Mentre in primavera si respirava una sensazione di solidarietà nazionale, adesso non c’è più chi canta dai balconi e la protesta prende sempre più piede. Nel mirino c’è il governo, come è inevitabile che sia. Quando le cose non vanno bene la critica innanzitutto è mossa nei confronti chi ha l’onere e l’onore di decidere la strada che deve percorrere un territorio.
Nello contempo però è difficile dare un voto al governo. L’ultimo Dpcm è deludente sia per alcune scelte che per il metodo. Comunque, a prescindere e come sempre, il bicchiere è pieno a metà. Poi ognuno dà una propria chiave di lettura. C’è chi lo considera mezzo pieno, chi mezzo vuoto. Stesso identico discorso vale per l’opposizione. Il problema è un altro: nel momento più difficile della storia repubblicana scontiamo un basso livello della politica. Ma quello è anche colpa nostra. La continua rincorsa all’uomo dei miracoli o all’affabulatore di turno ha contribuito alla decadenza del livello dei nostri politici e della relativa proposta.
La politica però può accampare diverse scuse, una in particolare: ha dovuto combattere una situazione completamente nuova senza poter avere le adeguate certezze. L’unica cosa certa è che si cercavano vaccino e cure. Per il resto ci siamo trovati di fronte ad un caleidoscopio di versioni che, in più di un caso, hanno provocato stupore, per usare un eufemismo. Certo, anche i virologi hanno l’attenuante di aver avuto a che fare con qualcosa di sconosciuto o quasi, ma alla fine anche il loro bicchiere è mezzo pieno.
Ma esente da colpe non è neppure la popolazione. Spesso il senso civico è andato a farsi benedire. E’ successo in particolare nell’estate che si è appena conclusa. E’ vero, si arrivava da un periodo di chiusura totale e si aveva voglia di far festa. Ma non era per nulla giustificato il senso da liberi tutti che si respirava. Non è certo se la situazione attuale sia di quell’allentamento al livello di attenzione. Di certo ha contribuito.
In tutto questo il problema di fondo è la mancanza di autocritica. Ognuno punta l’indice accusatore contro qualcun senza però valutare gli errori che ha fatto. Ed è da qui che si dovrebbe ripartire. Perché fare autocritica non significa rinunciare alle proprie idee o indebolire, ma così facendo si rafforzano.
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